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Business

Il mondo delle startup raccontato da Italian Angels For Growth

Sono 40 le idee di startup finanziate da Italian Angels for Growth nei suoi primi dieci anni di attività: 20 milioni di investimenti soprattutto nel medicale, nel mobile e nell’ecommerce

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Le idee di startup che hanno avuto successo negli ultimi dieci anni? Le racconta Italian Angels For Growth (Iag), il principale network di business angel italiano che hanno investito 20 milioni di euro in 40 startup nei suoi primi 10 anni di attività. Questo è il bilancio dei primi 10 anni di Iag che dalla sua nascita nel 2007 ha esaminato 3.500 idee d’impresa, incontrato più di 800 startupper e, appunto, finanziato 40.

Startup idee di successo negli ultimi 10 anni

Le idee di startup finanziate da Italian Angels for Growth hanno poi ricevuto altri capitali per circa 60 milioni di euro da investitori terzi. Dal 2007 a oggi i 150 soci di IAG sono impegnati nella costante ricerca di imprese innovative da sostenere, diventando sia il principale network di imprenditori e investitori, sia un autorevole gruppo di esperti che si mette a disposizione degli imprenditori innovativi del nostro Paese. In questi anni gli ambiti dai quali IAG ha pescato le migliori startup sono il settore medicale (28% diagnostica e l’11% devices), il mobile (19%), l’ecommerce (17%).

Eppure per IAG non basta. E oggi chiede di più. «Senza le risorse messe a disposizione dai soci e senza la loro expertise», afferma Antonio Leone, presidente di Iag, «non avremmo mai potuto sostenere una serie di progetti che stanno diventando dei veri e propri casi di successo internazionali, come la giovane azienda biotech bolognese in grado di prevedere in vitro l’efficacia delle terapie oncologiche sul singolo paziente, oppure la società che ha sviluppato una piattaforma di crowdtesting del software già utilizzata dai maggiori sviluppatori di app in Italia e all’estero.

Il ruolo dei business angel

«Il Governo italiano però deve creare un sistema di incentivazione dell’angel investment per far crescere il Paese, così come accade in Francia e in Inghilterra dove lo Stato svolge un ruolo propulsivo importante con agevolazioni fiscali e detrazioni e dove il numero degli Angel attivi sono quasi sei volte di più del nostro Paese (821)», aggiunge Leone che ricorda come gli investimenti di Iag siano concentrati per più dell’80% in segmenti non ancora coperti dal Fondo Italiano, cioè nei primi round di Seed (semina) ed Early Stage (avvio). «Si potrebbe replicare con la nostra Cassa Depositi e Prestiti l’esperienza del fondo di co-investimento francese Angel Source, promosso da BPI (Banque Pubblique d’Investment) con l’obiettivo di raddoppiare la capacità di investimento dei newtork e dei business angel. Secondo una logica di matching fund 50-50 con i business angel convenzionati si potrebbero raccogliere intorno ai 30-50 milioni di euro, in 4-5 anni. Il fondo potrebbe limitare i settori concentrandosi sui punti di forza dei business angels italiani (biomedicale, digital, software)».

Investimenti in crescita

Nel 2017 IAG è stato classificato come uno tra i top 5 investitori di venture capital sulle idee di startup in Italia. Nel 2016 gli investimenti di IAG sono aumentati del 62,3%, confermando il dato di AIFI secondo il quale i privati rappresentano il 26% degli investimenti totali, a fronte di un calo da parte dei fondi istituzionali di venture capital. Un motivo in più per chiedere l’intervento del Governo. Alla sua nascita nel 2007 Italian Angels for Growth aveva 9 soci, fino ad arrivare ai 150 di oggi. Dopo 10 anni di attività si è riscontrato che l’orizzonte temporale ragionevole per l’exit è di circa 5 anni e la strategia migliore di successo è di coinvolgere co-investitori.

«Il nostro auspicio», conclude Leone, «è che nascano sempre più imprese innovative, un fronte su cui l’Italia ancora lascia a desiderare, sia in quantità che in qualità. Per questo siamo impegnati da tempo, gratuitamente, nella formazione per gli aspiranti startupper, svolta in collaborazione con alcune università italiane».