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Pmi e industria, in Italia continua la fase di stallo

La ripresa, che durava dal 2013, a partire dal 2018 si è arrestata. Le aziende italiane però restano solide dal punto di vista finanziario

Questo non è certo un buon momento per l’industria italiana. E nemmeno per le Pmi. Dopo un periodo di crescita, siamo entrati in una nuova fase di stallo. La conferma arriva dal Rapporto Cerved Pmi 2019 presentato con Borsa Italiana, secondo cui dal 2018 a oggi gli indici di redditività delle medie-piccole imprese sono calati. Nemmeno il fatturato sta brillando: sebbene sia in aumento in termini nominali (del +4,1%, rispetto al +4,4% dell’anno prima), nella sostanza resta fermo ai livelli del 2017. E non è finita qui. Il valore aggiunto è salito solo del 4,1%, quindi a ritmi più ridotti rispetto ai costi del lavoro, aumentati del 5,6%. Il risultato? Produttività, margini, tempi e ritardi nei pagamenti sono di nuovo peggiorati, dopo una lunga fase di miglioramento. “La ripresa delle Pmi, che durava dal 2013, nel 2018 ha perso slancio e ha continuato a perderlo anche nella prima parte del 2019” si legge nel rapporto.

E per quanto riguarda l’industria? L’Istat rivela che la fase di contrazione dell’industria prosegue: a settembre la produzione industriale è diminuita dello 0,4% su agosto e del 2,1% sullo stesso mese del 2018. Soltanto i beni di consumo sono in crescita, in termini sia congiunturali sia tendenziali. Le flessioni più ampie sono quelle di: attività estrattiva (-11,2%), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,1%) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-7,1%). Sono in crescita, invece, fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+9,6%), industrie alimentari, bevande e tabacco (+7,8%) e fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+6,4%). Comunque, nella media dei primi nove mesi dell’anno la produzione risulta calata.C’è però una buona notizia: nonostante tutto, le aziende italiane sono sempre più solide dal punto di vista finanziario. E sebbene nel 2021, il ROE (return on equity, misura di redditività data dal rapporto tra redditi e patrimonio) sarà inferiore a quello del 2018, il rafforzamento patrimoniale e il calo della rischiosità dovrebbero proseguire.