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Cloud in Italia, un mercato da 2 miliardi di euro

Sempre più interesse da parte delle pmi del nostro Paese, soprattutto al Centro. Ancora marginali, ma con trend di interesse superiore alla media, le funzionalità di abilitazione all’Artificial intelligence e ai Big Data Analytics

Il mercato Cloud in Italia continua il proprio processo di crescita: per il 2017 si stima un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi, che lo porterà a raggiungere un valore di 1,978 miliardi di euro. È quanto emerge dalla fotografia scattata dall’Osservatorio Cloud & Ict as a Service, giunto alla settima edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. 
La ricerca, appena presentata nel capoluogo lombardo, ha analizzato nel dettaglio l’evoluzione dell’offerta e i modelli di adozione di tale soluzione nelle aziende di grandi, medie e piccole dimensioni, coinvolgendo oltre 1110 Cio e responsabili IT di imprese italiane.“A livello internazionale il Cloud non conosce crisi, come dimostrano i dati che proiettano il mercato globale a poco meno di 100 miliardi di dollari per il 2017, con un tasso di crescita del 26%”, afferma Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano. “Anche in Italia solo il 10% delle grandi organizzazioni afferma di non avere interesse a utilizzare servizi in Public Cloud, mentre il 42% dei Cio e dei responsabili Innovazione afferma di utilizzare il Cloud per introdurre in modo rapido tecnologie innovative allo stato dell’arte. Vi sono inoltre importanti fattori esterni che favoriscono la crescita di questo mercato: il piano di sviluppo strategico del governo per la banda larga rappresenta il superamento di una barriera importante per le pmi, che hanno l’opportunità di poter finalmente cogliere appieno le possibilità offerte dal Cloud; sul versante della Pubblica Amministrazione, invece, il piano triennale per l’informatica di recente approvazione punta in modo diretto all’obiettivo di razionalizzazione delle infrastrutture degli Enti e di utilizzo di servizi Cloud”.

I SETTORIIl mercato del Cloud è in salute e mostra tassi di crescita sostenuti in tutti i settori di impresa. Tra i settori più dinamici vi è il manifatturiero, interessato dalle evoluzioni relative al piano Industria 4.0, che hanno portato nuova spinta alla spesa in innovazione digitale. Il settore Telco e Media è caratterizzato da tassi di crescita sopra la media, in un percorso di progressivo arricchimento dell’offerta di servizi digitali e di allargamento a differenti canali di fruizione. Anche nelle Utility/Oil & Gas la crescita del Cloud procede a ritmo sostenuto, con numerosi progetti strategici di Cloud Transformation.

TRA NORD E SUD“Lo sviluppo del mercato sta favorendo sempre di più l’adozione del Cloud nelle pmi, per cui si stima una crescita del volume di affari per il 2017 pari al +36%”, afferma Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. “Seppur con dinamiche positive, la quota di mercato delle pmi rimane ancora marginale rispetto alle grandi imprese, pesando solo l’11% del totale. Si evidenzia tuttavia una maturazione rilevante nell’utilizzo degli strumenti e la diffusione dei servizi Cloud aumenta in modo consistente rispetto allo scorso anno. Con riferimento all’area geografica, il Centro accelera rispetto allo scorso anno, divenendo l’area con maggiore adozione, seguita da vicino da Nord Est e Nord Ovest. Il Sud e le Isole rimangono ancora attardati con una diffusione mediamente più bassa del 10%. L’intensità di spesa, misurata come percentuale della spesa IT dedicata al Cloud, risulta, in continuità con lo scorso anno, più elevata nel Nord Ovest, seguita dal Centro, dal Nord Est ed infine dal Sud e Isole. In conclusione, la crescita di spesa rispetto al 2016 risulta particolarmente robusta nelle aziende del Centro, seguite dal Nord Ovest e dal Sud, mentre nel Nord Est si assiste ad una fase di assestamento, con tassi di crescita più contenuti.

LA SPESA IN PUBLIC & HYBRID CLOUD
 Nell’anno in corso, in Italia si è assistito a due principali atti di moto: da una parte il sostanziale consolidamento della parte di servizi applicativi fruiti in modalità SaaS, complice una diffusione massiccia sviluppata nel corso degli ultimi anni, dall’altra un arricchimento dell’utilizzo dei servizi infrastrutturali, che si stanno progressivamente spostando nella direzione delle piattaforme. Le maggiori novità e i più alti tassi di crescita (+45%) riguardano i servizi di Piattaforma (PaaS): tra quelli più diffusi vi sono i database e data service ed i servizi a supporto dello sviluppo mobile e web. Ancora marginali, ma con trend di interesse superiore alla media, le funzionalità di abilitazione all’Artificial intelligence e ai Big Data Analytics.
I servizi applicativi (SaaS) consolidano la propria crescita (+23%) grazie all’ulteriore accelerazione nell’adozione di servizi di office automation e posta elettronica, arrivati a penetrare un’azienda su due nelle grandi organizzazioni, così come di servizi a supporto della gestione risorse umane ed e-learning (gestione documentale, firma elettronica). Un elemento di novità è la diffusione di servizi SaaS di Internet of Things (15%) e di artificial intelligence (10%), che pur mostrando un’adozione ancora limitata, sono caratterizzati da un interesse prospettico ben al di sopra della media. Fra i servizi infrastrutturali (IaaS), nonostante il tasso di crescita più contenuto (+20%) si segnala un’ulteriore diffusione dei servizi rispetto al 2016, con l’ambito della continuity & disaster recovery in testa (20%) nelle intenzioni di investimento.

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