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La crescita 2018 è in mano ai manager

Secondo l’indagine Bankitalia, la crescita del 2018 dipenderà (ancora) dagli investimenti delle imprese

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Investimenti delle imprese, il 2018 è nelle loro mani. Dopo il ritorno alla spesa per investimenti nel 2017, la crescita dell’anno appena iniziato dipenderà proprio dai piani delle imprese. Secondo gli ultimi conti Istat, il sistema delle società non finanziarie si troverebbe a quota 41 miliardi (+ 3,2% sul secondo trimestre e +5,9% sull’anno), ovvero solo due miliardi al di sotto dei livelli pre-crisi (43,3 miliardi nel primo trimestre del 2008). A dirlo è l’Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita, realizzata dalla Banca d’Italia in collaborazione con Il Sole 24Ore che sarà pubblicata integralmente domani 16 gennaio.

Investimenti delle imprese, il 2018 è nelle loro mani

A proposito degli investimenti delle imprese negli ultimi tre anni, il giudizio delle aziende è positivo per tre quarti degli intervistati. Il sondaggio è stato effettuato il mese scorso su un campione di 1.013 imprese con almeno 50 addetti dei diversi settori produttivi: 387 dell’industria in senso stretto, 434 dei servizi e 192 delle costruzioni. E le previsioni sono positive per il futuro: il 28% delle imprese anticipa un rialzo della spesa nominale per investimenti nell’anno in corso, con un picco del 35% nell’industria e un rialzo di 19,8% delle costruzioni (non residenziali).

Fiducia nel 2018

Le imprese pensano a maggiori investimenti perché hanno fiducia nelle prospettive congiunturali. Nel quarto trimestre del 2017, il saldo fra valutazioni di miglioramento e peggioramento della situazione economica generale si è mantenuto positivo: 22% nell’industria, 15% nelle costruzioni. L’idea di fondo è che la domanda continuerà a trainare le attività, mentre le incognite politiche interne e internazionali avrebbero un peso ancora piuttosto relativo.Non cambiano, invece, le attese sui prezzi al consumo. L’inflazione arriverebbe all’1,2, 1,3 e 1,4 per cento sugli orizzonti rispettivamente a 6 mesi, un anno e due anni, e all’1,5 se lo sguardo si allunga sui tre-cinque anni.

E l’occupazione?

In vista della fine della prima decontribuzione voluta dal Jobs act (scadenza il 7 marzo), c’è molta attesa sull’occupazione. Infine l’occupazione. Le aspettative restano nel complesso in miglioramento, ma con l’industria che vede all’11% il saldo fra la quota di aziende che puntano ad accrescere nei prossimi tre mesi il numero di addetti rispetto a quella di chi prevede di ridurlo è salito a 11,1% (da 6,2% in settembre), mentre nei servizi l’aumento è stato più modesto (a 5,3 da 4,8). Le costruzioni? “Solo” -3,7% rispetto al 10,9% dell’ultima rilevazione.