Dice il proverbio che non si può cavar sangue dalle rape, e ce ne faremo una ragione; tuttavia, dalla Campania arriva la notizia di un’azienda che promette, entro il 2016 di installare su suolo italiano un impianto termodinamico in grado di ottenere un risultato di gran lunga superiore: “estrarre” energia solare direttamente dalla… sabbia.
UNA RICERCA LUNGA ANNI. Questa la mission del gruppo Magaldi, che ha il proprio QG a Salerno ma che è a tutti gli effetti un marchio internazionale, dal momento che opera in 39 paesi di cinque diversi continenti. Azienda leader mondiale nella produzione di impianti industriali per il trasporto di materiali ad alta temperatura per centrali termoelettriche, industrie cementiere, fonderie e simili, dal 2009 è attiva anche nel settore dell’energia pulita, attraverso una ricerca portata avanti con la preziosa collaborazione degli istituti del Cnr di Napoli, Firenze e Faenza, e dell’Università Federico II di stanza sempre nel capoluogo campano.
STEM. Oggi, dopo quasi sette anni, il lavoro degli oltre venti ricercatori ha portato alla creazione di una innovativa tecnologia che aspetta solo di essere sperimentata. Una tecnologia denominata STEM – acronimo di Solare Termodinamico Magaldi – che consente di trattenere energia nella sabbia la quale, una volta mescolata all’aria, si comporta come un liquido. STEM funziona come una batteria, dal momento che è in grado di accumulare calore durante le ore ad elevata insolazione, conservarlo anche per lunghi periodi e rilasciarlo con la velocità desiderata quando il sole non c’è.
MESSINA 2016. La prima fase di sperimentazione nello stabilimento Magaldi di Buccino (Salerno), attraverso un impianto da 100 KW, è durata circa un anno e mezzo ed è andata a buon fine. In primavera sarà installato il primo impianto per un cliente privato, in uno stabilimento nei pressi di Messina. L’obiettivo, nel 2016, è di vendere il sistema STEM per produrre energia per le assolate miniere del Cile e dell’Australia. Un sistema che, se andasse a buon fine, potrebbe rappresentare una svolta epocale nel campo energetico, conferendo responsabilità ambientale a tutte quelle aree del mondo desertiche finora rimaste inutilizzate.
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