Non è una novità, ma vederlo scritto nero su bianco fa un certo effetto. L’Italia è agli ultimi posti in Europa per il digitale: dalla banda larga all’uso di Internet fino alle competenze degli utenti.
Lo certifica l’indice Ue sull’economia digitale, considerando anche e-commerce, e-government, uso del cloud ma anche consumo di film e giornali online: nel 2015 l’Italia si posiziona 25esima con un punteggio di 0,36, quasi la metà di quello del paese leader che è la Danimarca (0,67). Peggio di noi fanno solo Grecia, Bulgaria e Romania.
RITARDI. Con la media Ue a 0,47, il Belpaese si piazza tra gli Stati in ritardo per 33 indicatori in cinque aree: connettività, competenze digitali, attività online, integrazione delle imprese, servizi pubblici digitali.
Particolarmente pesanti, sono l’arretratezza delle connessioni veloci (solo il 21%, «il livello di copertura più basso dell’Ue») e l’abbonamento a banda larga fissa (appena il 51%). «Solo il 59% degli utenti, una delle percentuali più basse dell’Ue, usa abitualmente internet e il 31% non lo ha mai utilizzato», è l’affondo di Bruxelles.
Qualche sorriso arriva dal mondo delle imprese, anche se solo il 5,1% delle pmi usa l’e-commerce. Poco utilizzato l’e-governement nonostante la buona strutturazione, 26esimo posto per lettura delle notizie su Internet e 22esimo per l’uso di social network. A sorpresa 12esimo posto invece per video, musica e giochi online.
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