C’è una funzione di Meta AI che, se non si conosce e non si sa gestire, potrebbe creare non pochi problemi in termini di privacy: le chat private, infatti, rischiano di diventare pubbliche. Succede se si usufruisce del pulsante “Scopri”, attraverso il quale è possibile consultare le interazioni pubblicate da altri.
Non tutti sanno, però, che così facendo, rendono visibili anche le proprie interazioni. E si è capito che spesso, in questa sezione, ci finiscono conversazioni anche molto personali. Si sono trovati dati medici, fiscali, indirizzi, richieste scolastiche e confessioni. Da questo bug, o forse sarebbe meglio dire mancanza di trasparenza – l’azienda di Mark Zuckerberg ha ricevuto non poche critiche.
Come funziona il tasto di condivisione
Non è un pericolo che si corre in automatico, per fortuna, ma è poco chiaro quale sia il meccanismo che porta alla pubblicazione e quali siano gli effetti. L’errore può essere commesso inconsapevolmente. Si tratta di un equivoco che può avere forti ripercussioni sia in termini di sicurezza che di user experience. Succede quando le aspettative sul funzionamento di uno strumento non corrispondono alla realtà. Una tale perdita di controllo sull’informazione può destabilizzare tantissimo e inficiare la fiducia e la privacy digitale di chi usufruisce del servizio.
Meta AI, sulle chat private diventate pubbliche, ha fatto sapere che si può comunque sempre tornare indietro e togliere dal feed un proprio contributo condiviso inconsapevolmente. Oltretutto, prima di procedere con la pubblicazione, l’app permette di leggere un avviso che invita a non inserire informazioni personali o sensibili. Il problema di comunicazione però resta, perché spesso questi avvisi appaiono in ritardo o non viene data loro la giusta attenzione.
Per evitare il problema, basta non usare (o farlo responsabilmente) il tasto “Condividi”. Per maggiore sicurezza, inoltre, è importante non inserire all’interno di determinate app informazioni eccessivamente private perché “nessuno di noi sa veramente come vengono utilizzate tutte queste informazioni – ha detto Calli Schroeder, consulente senior dell’Electronic Privacy Information Center, durante una recente intervista – L’unica cosa che sappiamo per certo è che non rimangono tra te e l’app. Vengono condivise con altre persone, almeno con Meta”.
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