Il futuro del Collio ha radici antiche

Robert Princic, custode del territorio e innovatore: storia di un’impresa agricola che investe in sostenibilità e accoglienza

Gradis’ciutta: il futuro del Collio ha radici antiche© Shutterstock

Nel Collio, la terra non si limita a tracciare filari: traccia confini, li supera, li ricompone. Qui, tra le colline che sfiorano la Slovenia, il vino non è solo un prodotto. È un messaggio. E Robert Princic, che guida da oltre vent’anni l’azienda Gradis’ciutta, lo ha trasformato in un linguaggio fatto di sostenibilità, accoglienza e visione.

Il Collio non è solo paesaggio. È racconto stratificato, cerniera culturale, memoria di guerre e rinascite. Qui la viticoltura ha radici profonde, nutrite da un suolo unico: la Ponca, una marna antica, povera ma generosa, capace di trattenere il necessario e restituire carattere. Il clima fa la sua parte, con i venti schermati dalle Giulie e le brezze dell’Adriatico a temperare le estati.

Ma la vera cifra di questo territorio è l’identità: netta, complessa, in dialogo con il mondo.

Robert Princic e la storia di Gradis’ciutta

Nel 1997, a soli vent’anni, Robert Princic decide che quel sogno ereditato da padre e nonno merita un nome. Lo trova nella toponomastica e nei ricordi: Gradis’ciutta. È il primo gesto di un progetto che crescerà con lui, anno dopo anno, tra studio, ascolto e sperimentazione.

Oggi l’azienda conta una cinquantina di ettari fra San Floriano, Gorizia e Capriva. Una cantina che mescola travi antiche e fotovoltaico, e un’accoglienza che si fa esperienza: il Borgo Gradis’ciutta, dimora del Cinquecento restaurata con amore, è oggi punto di incontro per viaggiatori, winelover e curiosi. “Era un sogno d’infanzia”, racconta Princic. “Ora è la casa del nostro vino”.

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Robert Princic

Convertire alla viticoltura biologica il Collio – zona umida, non facile – è stata una sfida. Ma Robert Princic ha scelto di affrontarla con metodo e pazienza. Dal 2008, l’osservazione scientifica del vigneto si è affiancata all’intuito. Centraline meteo, trattamenti mirati, rispetto rigoroso delle soglie bio: nel 2018 arriva la certificazione, ma per Princic è solo un punto di partenza. “Rispettiamo la natura per ascoltarla meglio”, dice. E lo si percepisce anche nel bicchiere.

Bràtinis, blend di varietà internazionali, è il portavoce di una filosofia che guarda lontano senza dimenticare le radici. Collio Riserva, invece, racconta la tradizione: Ribolla, Friulano e Malvasia in un bianco da affinamento che profuma di storia, ma ha il passo sicuro del futuro.

Gradis'ciutta_Borgo

Il borgo di Gradis’ciutta

Sinefinis: un vino che attraversa i confini

Quando un vino nasce da due territori, due lingue e un solo ideale, ha bisogno di un nome che contenga tutto: Sinefinis. Un progetto nato sui banchi di un master, oggi simbolo di un’Europa possibile. Spumante metodo classico da uve italiane e slovene, Sinefinis è stato servito in occasioni ufficiali, donato ai presidenti, scelto per celebrare non solo il vino, ma il dialogo. “All’inizio era un gioco, ora è una realtà con l’anima”, aggiunge Princic.

L’anima che si ritrova anche nella stele di Giorgio Celiberti, installata davanti alla cantina per anticipare Gorizia-Nova Gorica 2025, Capitale Europea della Cultura. Un’opera d’arte, certo, ma anche un manifesto: “Trasformare i confini in ponti”, come sottolinea lo stesso fondatore di Gradis’ciutta.

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