Il lavoro in Italia, ad aprile 2025, è stabile. Il numero di occupati, pari a 24.200.000, è immutato rispetto al mese di marzo. Lo dicono gli ultimi dati Istat, l’Istituto nazionale di statistica, che vengono associati alla diminuzione dei disoccupati e alla crescita degli inattivi. Infatti, il tasso di disoccupazione scende al 5,9% e quello giovanile al 19,2%, rispettivamente di 0,1 e 1,2 punti. Il tasso di inattività si attesta al 33,2%, quello di occupazione è stabile al 62,7%.
Si tratta di numeri che, insieme a un Governo duraturo e a mercati solidi, fa apparire il nostro Paese in ripresa. Non a caso l’agenzia Moody’s ha alzato l’outlook sull’Italia e ha confermato il rating Baa3. Una valutazione, peraltro, che ha visto d’accordo anche altre agenzie come – per esempio – S&P.
L’ultimo report Istat su occupazione e disoccupazione
Il calo delle persone in cerca di lavoro in Italia, pari a oltre tre punti percentuali e a 48 mila unità, riguarda sia gli uomini che le donne e tocca tutte le classi di età. L’unica fascia non coinvolta è quella dei 25-34enni, nella quale i disoccupati sono sostanzialmente stabili. Il tasso di disoccupazione diminuisce di quasi sei punti percentuali (-0,2 punti) e quello giovanile di oltre 19 (-1,2 punti).
Sia per gli uomini sia per le donne, il tasso di occupazione aumenta – rispettivamente dello 0,6% e dello 0,4 – e quello di disoccupazione diminuisce, dello 0,8 fra gli uomini e dello 0,9 fra le donne. Il tasso di inattività cala tra i primi (-0,1 punti) e aumenta tra le seconde, di 0,1 e 0,2 punti.
Ad aprile 2025, su base mensile, la stabilità degli occupati si associa al calo dei disoccupati e alla crescita degli inattivi. La stabilità degli occupati dipende dall’aumento tra gli uomini, nella fascia fra i 25-34enni e Over 50. A essere coinvolti sono anche i dipendenti a termine e gli autonomi. È stata registrata una diminuzione tra le donne, nelle altre classi d’età e tra i dipendenti permanenti. Il tasso di occupazione è stabile al 62,7%, ma sei aziende su dieci hanno difficoltà a gestire la longevità sul lavoro.
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