Più di 10 mila. Tanti sono stati gli studenti di tutta Italia coinvolti, negli ultimi mesi, nel programma di incontri Build your future, ideato da Intesa Sanpaolo e realizzato in collaborazione con scuole e università per ispirarli e formarli sui grandi processi trasformativi della società come – solo per citarne alcuni – la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la blue economy, la space economy, le life science. L’obiettivo? Approfondire la conoscenza di alcune competenze chiave per la crescita formativa e personale, tra cui quelle trasversali, e promuovere nelle giovani generazioni una maggiore consapevolezza del contesto in rapida e continua trasformazione.
Questo anche grazie ad alcuni ospiti speciali come Daniele Cassioli, campione paralimpico di sci nautico, Veronica Civiero, digital entrepreneur ed ex gobal solution manager di Meta, ed Elia Bombardelli, docente di matematica e fisica e content creator. Look4ward – Build Your Future è stato riconosciuto a Washington D.C. Champions in Education da parte della piattaforma Italian design week.
Il punto di partenza di questa iniziativa itinerante, nel luglio scorso, è stato l’appuntamento organizzato con l’Università degli Studi di Torino: di fronte a più di 300 matricole universitarie e studenti delle scuole secondarie di II grado, si sono alternati esperti, professionisti, docenti universitari, imprenditori e startupper con i quali è stato approfondito anche il ruolo delle nuove tecnologie e l’importanza nella loro esperienza delle soft skill per affrontare con successo i continui cambiamenti in corso. Un format in cui gli studenti vengono continuamente coinvolti attraverso momenti interattivi e invitati a raccontare la loro partecipazione alle challenge lanciate nelle settimane precedenti circa l’impatto che i trend trasformativi avranno sulla società.
In realtà c’era già stato un appuntamento di Build your Future con 500 studenti delle scuole medie e superiori in marzo, a Milano, in Bocconi. Da lì il progetto ha viaggiato fino a Venezia, per poi proseguire a Roma (Università Luiss Guido Carli, La Sapienza e Campus Bio-Medico, con cui è stato avviato l’Osservatorio sulla salute globale sostenuto dalla Commissione Ue e un laboratorio di ricerca per l’innovazione in ambito sanitario), e nelle università di Bergamo, Genova, la Federico II a Napoli, l’Università di Trento e Urbino all’Università degli Studi Carlo Bo.
Solo nel 2023 Intesa Sanpaolo ha coinvolto oltre 2.000 scuole e università, ne sono previste 4 mila nell’arco di Piano d’Impresa 2022-2025
Alla base dell’iniziativa c’è l’idea che la capacità di anticipare i grandi cambiamenti portati dalle transizioni digitale e green – e di adattarvisi rapidamente – sia uno degli elementi su cui si giocherà la competitività delle imprese e delle economie dei Paesi nei prossimi anni. Ed è proprio sulla base di questa profonda convinzione che Intesa Sanpaolo presta da sempre grande attenzione alla formazione dei giovani, allo sviluppo di competenze trasversali, al sostegno all’internazionalizzazione delle scuole, tutti strumenti per consentire ai ragazzi di adattarsi a un panorama lavorativo in continua trasformazione. Solo nel 2023 il Gruppo guidato dal Ceo Carlo Messina ha coinvolto oltre 2000 scuole e università, ne sono previste 4 mila nell’arco di Piano d’Impresa 2022-2025.
Non a caso, il progetto è stato sviluppato ispirandosi alle evidenze emerse dagli studi dell’Osservatorio permanente Look4ward, che ha proprio l’obiettivo di individuare i fabbisogni di nuove competenze, e che Intesa Sanpaolo ha promosso tramite la struttura Education Ecosystem and Global Value Programs, guidata da Elisa Zambito Marsala, in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli e in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed. In particolare, le nuove competenze conseguenti alle transizioni digitale e green – le cosiddette twin transition, secondo la definizione della Commissione Europea – sono state al centro della ricerca Rethinking competencies in twin transitions, che ha analizzato l’approccio strategico di amministratori delegati e responsabili Hr di pmi e grandi imprese in otto settori: ospitalità, agrifood, energia, sociosanitario, bancario, IT, silver economy, blue economy. Un report che ha fornito una sorta di guida alla comprensione delle sfide e delle opportunità presentate dalle twin transition e dei loro impatti sui profili professionali a supporto delle decisioni aziendali, nell’individuazione di percorsi formativi e nelle strategie di passaggio generazionale.
Come prevedibile, è emerso che le gerarchie rigide non sono più adatte a un contesto in continua evoluzione e le nuove competenze devono potersi esprimere in contesti caratterizzati da modelli organizzativi flessibili e collaborativi, che favoriscano l’apprendimento continuo, le capacità relazionali e l’autonomia, anche attraverso il lifelong learning e lo sviluppo di nuove competenze. Fondamentale, poi, è l’esercizio di una nuova leadership, la capacità di un manager di agire come facilitatore, prestando attenzione alla cura delle relazioni, attraverso una leadership basata sul “potere del noi” piuttosto che sulla centralità del singolo. Solo un approccio di questo tipo permetterà l’accesso a nuovi mercati che la transizione green e digitale apriranno per le aziende capaci di innovare e adattarsi. Da qui la necessità di un cambiamento di paradigma nella gestione delle competenze: quelle del futuro saranno trasversali e integrate, con una forte enfasi sulle capacità relazionali e di adattamento al cambiamento. Ossia ciò di cui si è parlato con le nuove generazioni nel corso del progetto Build your future.
Tutti dobbiamo fare la nostra parte
Il punto di vista di Elisa Zambito Marsala, responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs di Intesa Sanpaolo
Qual è il ruolo delle aziende private per aiutare gli studenti ad acquisire competenze trasversali?
L’integrazione del tessuto industriale con i percorsi formativi, siano essi scolastici o universitari, è fondamentale. La nostra capacità di rimanere competitivi e continuare a innovare in modo sostenibile dipenderà da quanto saremo capaci di preparare le nuove generazioni a un mondo in continua trasformazione. Questo è ancor più rilevante per il nostro Paese che deve far fronte alle note sfide demografiche. È fondamentale attivare circoli virtuosi tra aziende, istituzioni, scuole e università per favorire l’inclusione educativa, la valorizzazione del talento, gli scambi internazionali e l’attrazione di talenti dall’estero. Lo scorso anno abbiamo coinvolto oltre 2 mila scuole e università, e ne sono previste 4 mila nell’arco di Piano d’Impresa 2022-2025.
Come è nata l’idea di Build your future?
Principalmente guardando i dati dell’Osservatorio delle competenze del futuro Look4ward. Da lì è nata l’idea di sviluppare un format rivolto a studenti di scuole superiori e università per ispirarli sui nuovi trend trasformativi dell’economia e della società e le competenze chiave per il futuro. Un programma che ci ha permesso di incontrare in presenza oltre 10 mila studenti. L’obiettivo è supportare i giovani ad avere maggiore consapevolezza rispetto a un mercato del lavoro in rapida e costante evoluzione.
Cosa si intende per competenze trasversali e quali sono le più richieste?
Si tratta di quelle competenze indispensabili per affrontare i cambiamenti continui che caratterizzano la nostra società. Oltre alle conoscenze tecniche verticali, le professioni del futuro richiederanno sempre più competenze trasversali e relazionali, come creatività, problem solving, flessibilità e capacità di adattarsi rapidamente rispetto ai contesti che cambiano sempre più rapidamente.
Quale sarà il ruolo delle soft skill nel futuro?
Dall’Osservatorio Look4ward emerge che per oltre l’80% delle aziende intervistate le soft skill sono sempre più cruciali e strategiche: le competenze che citavo prima, quali il pensiero critico, il problem solving, la resilienza, la capacità di costruire alleanze e fare network forniscono gli strumenti determinanti per garantire competitività in un momento di grande trasformazione per le imprese.
Quali sono i nuovi settori su cui puntare?
Sicuramente i grandi trend trasformativi, come digitalizzazione, intelligenza artificiale e sostenibilità, stanno trasformando tutte le professioni, ma per il nostro Paese i settori più ad alto potenziale possono essere blue economy, space economy, transizione energetica e life science.
Intervista pubblicata sul numero di Business People di dicembre 2024. Scarica il numero o abbonati qui
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