La Corte europea dei diritti umani ha riconosciuto a Francesco Di Stefano i danni materiali e morali per non aver ottenuto, da parte delle autorità italiane, le frequenze per Europa 7. Il tribunale ha quindi condannato l’Italia a pagare 10 milioni di euro all’imprenditore, la cui richiesta di risarcimento ammontava a due miliardi. Negando per dieci anni le frequenze a Europa 7, l’Italia ha violato il diritto alla protezione della proprietà privata e causato un danno economico all’emittente. In particolare, la Corte ha stabilito una violazione dell’articolo 10 (libertà di informazione ed espressione) e dell’articolo 1 del protocollo 1 (protezione della proprietà privata) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
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