Plenitude vuole il 100% di Acea Energia: operazione da 600 milioni di euro

L’offerta della controllata Eni per il 100% del ramo retail della multi-utility romana mira ad ampliare la base clienti e superare i target di crescita entro il 2028

Plenitude vuole il 100% di Acea Energia: operazione da 600 milioni di euro

Dopo le banche, anche le multi-utility italiane entrano in una fase di rinnovata competizione, dove ampliare la base clienti o integrare la filiera è diventato imprescindibile. In questa direzione si muove Plenitude, la società di Eni attiva nella produzione e vendita di energia sul mercato libero, che ha presentato ad Acea un’offerta vincolante per acquisire il 100% di Acea Energia, la divisione retail del gruppo romano quotato a Piazza Affari.

L’operazione ha al centro 1,4 milioni di clienti e, secondo indiscrezioni riportate dal quotidiano la Repubblica, un valore complessivo che si colloca nella fascia alta della forchetta stimata tra i 400 e i 600 milioni di euro. La proposta verrà analizzata nel prossimo consiglio di amministrazione di Acea, atteso entro breve, mentre il closing definitivo non è previsto prima del 2026, anno in cui termineranno gli ultimi servizi di maggior tutela e in cui sarà cruciale avere dimensioni rilevanti per competere nel mercato libero dell’energia.

Acea Energia: l’offerta di Plenitude è in linea con i piani di Acea

Per Acea, la cessione rappresenta una scelta in linea con il piano industriale approvato nel 2024. La società punta infatti a concentrare le proprie risorse sui business regolati – come acqua, reti elettriche e gas – e mira, entro il 2028, a un margine operativo lordo (Mol) di 1,8 miliardi di euro, di cui il 90% da attività regolate, con una Regulatory Asset Base (Rab) in crescita del 42% rispetto al 2023, fino a 10,5 miliardi.

I proventi della vendita potranno essere reinvestiti in infrastrutture e nuove acquisizioni, soprattutto nel settore idrico dove Acea è già leader e prevede investimenti per 4,7 miliardi.

Plenitude accelera sulla crescita

Dal punto di vista di Plenitude, l’acquisizione è strategica: permetterebbe infatti di superare la soglia degli 11 milioni di clienti già nel breve periodo, anticipando così l’obiettivo fissato per il 2028. Sempre entro quella data, l’azienda intende raddoppiare il Mol a 1,9 miliardi di euro e portare la capacità installata da fonti rinnovabili a 15 gigawatt entro il 2030, quadruplicando quella attuale.

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio che vede la controllata di Eni valutare anche la cessione del 20% del proprio capitale al fondo Ares Alternative Credit Management, che diverrebbe primo azionista di minoranza. Un modello, quello dei “satelliti” finanziari, già applicato da Eni in altri settori come la mobilità sostenibile con Enilive e la cattura della CO₂ tramite la recente partnership con Global Infrastructure Partners del gruppo BlackRock.

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