Piazza Affari, nonostante le dimensioni ridotte rispetto ad altre Borse mondiali, ha registrato un nuovo record. Guardando al periodo post Covid, se oltre ai prezzi si considerano anche i dividendi versati dalle società che costituiscono il listino milanese, la finanza del nostro Paese può ritenersi più che soddisfatta.
Dal 18 marzo 2020, giorno dei minimi causati dalla pandemia, l’indice Ftse Mib ha infatti garantito agli investitori un rendimento total return, che comprende quindi anche le cedole, del 208,1% che supera non soltanto il resto d’Europa. Anche l’S&P 500 e il Nasdaq di New York sono fermi, rispettivamente, a 183,6 e a 206,7 punti percentuali.
I dati che determinano il record
L’inclusione delle cedole, valore che in Italia viene scorporato dall’indice azionario a ogni stacco, fa balzare il nostro Paese ai massimi storici, esattamente come sta accadendo anche negli Stati Uniti e in Germania. Il listino di Piazza Affari, come evidenziato in un articolo de Il Sole 24 Ore, ha triplicato il proprio valore in quasi cinque anni e i dati riguardano una sorta di periodo che inizia da un anno zero, se si considera quello della fine della pandemia come una linea di demarcazione dalla quale ripartire.
Secondo i numeri resi noti da Intermonte, gli utili annui delle aziende Made in Italy quotate in Borsa sono passati da poco meno di 30 miliardi di euro del 2020 fino a oltre 90 miliardi del 2023, questo prima di subire un parziale ridimensionamento nel 2024. La valutazione sul listino di Piazza Affari, però, cambia se si guarda in prospettiva. I risultati appena descritti, infatti, potrebbero essere la conseguenza di eventi straordinari.
Il ruolo delle banche italiane
“La crescita degli utili è dovuta principalmente a un fattore esogeno e difficilmente replicabile”, ha spiegato Alessandro Cominelli, Executive Director di Cfe Finance. Ha precisato anche come Piazza Affari abbia registrato un nuovo record grazie a “una netta predominanza di titoli di banche, i cui bilanci hanno beneficiato dell’aumento dei tassi Bce”.
Il Ftse Mib può contare su eccellenze come Banca Popolare di Sondrio e Banco Bpm, che garantiscono agli azionisti guadagni post-pandemia superiori addirittura all’800%. Inoltre, realtà come Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno registrato incrementi, rispettivamente, del 714% e del 336%. Questo è un dato positivo, ma invita anche alla prudenza in relazione alle banche che sono quotate nella Borsa di Wall Street. Non soltanto hanno tassi di crescita elevati e costanti, dovuti all’innovazione tecnologica, ma rispetto agli utili nostrani il paragone non può reggere. Tuttalpiù la gara è aperta, e vale la pena godersela, con il resto d’Europa.
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