Con l’Ops Mps-Mediobanca, l’istituto bancario guidato da Luigi Lovaglio, potrà detenere il 13% di Generali. Il 20 maggio 2025 è arrivata l’autorizzazione dell’Ivass – l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni – per concludere l’operazione da 13,3 miliardi di euro, in ballo da gennaio scorso. L’autorizzazione consentirà a Rocca Salimbeni.
Tuttavia, l’a.d. di Monte dei Paschi ha precisato che “la quota in Generali è nice to have ma non determinante per l’operazione. Ci offre opzionalità per il futuro in termini di cooperazione, ma per noi quello che importa è creare una forza competitiva nello scenario italiano”, ha detto Lovaglio. Inoltre il legame tra Piazzetta Cuccia e Generali potrebbe sciogliersi molto presto. Mediobanca, infatti, è pronta a pagare in azioni del Leone l’offerta di scambio lanciata suBanca Generali, che ne farà il secondo gruppo italiano di risparmio gestito.
“L’ops su Banca Generali? È veramente difficile dare un giudizio. Non abbiamo un minimo di dettagli sull’offerta. Come Delfin siamo coinvolti da entrambe le parti, Mediobanca e Generali, con un investimento più o meno simile – ha affermato Francesco Milleri, il presidente di Delfin che detiene quasi il 10% di Mps. Non si sa ancora quale sia l’opinione di Francesco Gaetano Caltagirone.
I prossimi passi e le tempistiche
Dopo il via libera golden power sull’Ops Mps-Mediobanca, che prevede anche la partecipazione di Generali, ora si aspetta l’ok da parte della Bce, atteso tra la fine maggio e inizio giugno. Determinante per concludere gli accordi è la quota che Monte dei Paschi vuole conquistare in Mediobanca.
Secondo quanto fatto sapere alla Consob, l’istituto bancario ha intenzione di detenere il 66,67% e ha escluso di aver già individuato una eventuale sotto-soglia. Tuttavia, alcuni documenti che sono stati pubblicati sono in contrapposizione con questa ipotesi. Se tutto va come ci si aspetta, entro luglio 2025 l’operazione dovrebbe concludersi. In contemporanea, quindi, con l’Ops di Unicredit su Banco Bpm, sempre che Consob conceda la sospensiva richiesta.
Un nodo determinante è rappresentato dal prezzo. Alle quotazioni del 20 maggio il corrispettivo in azioni offerto da Mps – 2,53 azioni di Siena per ogni azione Mediobanca, tenendo conto del nuovo concambio dopo lo stacco della cedola – incorpora uno sconto del 7,7% che si traduce in un gap di valutazione di 1,3 miliardi di euro. Si tratta di valori comunque più contenuti rispetto a quelli pre-stacco, quando lo sconto si è avvicinato al 12% per un controvalore di circa 2 miliardi di euro.
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