Ops Mediobanca–Generali, affluenza record all’assemblea: oltre l’80% del capitale

Ops Mediobanca–Generali, affluenza record all’assemblea: oltre l’80% del capitale© Shutterstock

Si attende l’assemblea del 16 giugno 2025 per votare in merito all’Ops Mediobanca-Generali: già adesso si stima una affluenza da record con oltre l’80% del capitale. Si tratta di una percentuale superiore non solo alla media delle società quotate, ma anche al 76,82% toccato nel 2023, quando Piazzetta Cuccia ha rinnovato per l’ultima volta il Consiglio di amministrazione.

È un appuntamento determinante non soltanto per l’offerta su Banca Generali, ma anche per l’Ops Mps-Mediobanca. Infatti, se i soci dessero il via libera all’operazione sulla controllata del Leone, il titolo di Piazzetta Cuccia potrebbe tornare a crescere per effetto del re-rating e mettere così in difficoltà Mps.

Le previsioni sul voto del 16 giugno

Non ci sono ancora percentuali ufficiali ma, secondo le proiezioni di mercato, la proposta del Ceo Alberto Nagel potrebbe essere accolta con il 42-43% dei voti favorevoli e il 36-37% dei contrari. Si tratta di numeri che esulano l’eventuale entrata nel capitale di Mediobanca di Unicredit.

Intanto Caltagirone, in vista dei prossimi sviluppi, ha rafforzato la sua presenza all’interno dell’istituto bancario, facendo arrivare la sua partecipazione a quasi il 10%. Dalla sua parte ci sarebbero le casse previdenziali Enpam Enasarco, che sono presenti con una quota complessiva compresa fra il 4% e il 5%. Cassa Forense invece detiene l’1%.

Sul fronte opposto il Ceo Alberto Nagel può contare sull’appoggio di una parte consistente del patto – pari all’11,8% – e di Unipol, che detiene più del 2%. Inoltre dovrebbe poter contare su molti fondi da sempre vicini al banchiere milanese. California state teachers retirement system, Florida state board of administration e Praxis Investment hanno dichiarato espressamente che sosterranno l’Ops. Della stessa opinione sono BlackRock e altri grandi investitori anglo-americani. 

La decisione di Delfin, con il 19,8%, sarà determinante. Il presidente Francesco Milleri ha soltanto dichiarato che l’operazione avrebbe delle ricadute positive sul piano industriale, ma prima di fare una valutazione decisiva vuole comprendere il giudizio di Generali, dove Delfin detiene il 9,9%.

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