Sui dazi Cina-Usa sembra essere stato raggiunto un accordo, che ha il profumo di una tregua nella guerra commerciale iniziata da settimane per volere di Donald Trump. Un conflitto economico che ha già avuto degli effetti notevoli, azzerando le spedizioni fra i due Paesi. Secondo l’intesa, per 90 giorni, dal 14 maggio 2025, verranno sospese le tariffe sulle esportazioni reciproche.
Nello specifico, gli Stati Uniti hanno annullato il 91% delle tariffe aggiuntive imposte alla Cina, sospeso il 24% dei “dazi reciproci” e mantenuto il restante 10%. Inoltre sono state diminuite le imposte sui pacchi in arrivo dalla Repubblica popolare di valore inferiore agli 800 dollari, che Trump aveva introdotto ad aprile togliendo a Temu e Shein le precedenti esenzioni.
Restano invece in vigore i dazi del 20% annunciate da Washington per spingere Pechino a combattere con più decisione il contrabbando di fentanyl, le misure su auto elettriche, acciaio e alluminio. Rimangono invariate le tariffe precedenti al 2 aprile e quelle del primo mandato presidenziale di Trump.
La risposta della Cina a Trump
La Cina ha risposto con contromosse quasi a specchio perché “Cina e Stati Uniti hanno riconosciuto l’importanza delle loro relazioni economiche e commerciali bilaterali per entrambi i Paesi e per l’economia globale”, si legge nel comunicato congiunto con il quale si vuole arrivare a un’intesa reale e duratura nel tempo.
In questo modo si “potrà contribuire alla risoluzione dello stato di emergenza nazionale legato al deficit commerciale”, pari a 1.200 miliardi di dollari secondo Washington. Trump ha definito l’incontro “un totale reset nelle relazioni commerciali”, ha spiegato Scott Bessent, il segretario al Tesoro Usa. L’accordo sui dazi Cina-Usa ha trasformato quello di Pechino nel primo Governo a non aver ceduto alle intimidazioni americane e ad avere ottenuto tanto con poco.
Sono riprese le forniture di Boeing, che Pechino aveva interrotto in risposta ai dazi, ma le restrizioni sui materiali critici ufficialmente sono ancora lì. Anche se sono state emesse le prime licenze per l’export di alcune terre rare, di cui potrebbero beneficiare anche le 28 aziende americane rimosse dall’elenco delle entità interdette dalla Cina alle importazioni e altre attività economiche.
Gli effetti a lungo termine
L’equilibrio sui dazi Cina-Usa pare abbia ripercussioni negative sull’Ue, che pare non trovare la stessa intesa. E, comunque, resta il dubbio su cosa accadrà allo scadere dei tre mesi di tregua. Se non ci saranno miglioramenti concreti Trump tornerà all’attacco con dazi “sostanzialmente più elevati”, anche se non raggiungeranno di nuovo il 145%.
Restano nel mirino del Tycoon anche i chip e l’alta tecnologia, sui quali è stata raggiunta un’intesa bipartisan. La questione sul fentanyl diventa l’ago della bilancia per ottenere, da parte della Cina, delle condizioni eque rispetto agli altri partner americani.
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