Cos’è la legge di Pareto e perché il principio 80/20 può rivoluzionare il tuo business?

Dalle vendite al marketing, la legge di Pareto aiuta a individuare il 20% di attività, prodotti o clienti che genera l’80% dei risultati: un'alleata strategica per il business

Legge di Pareto: la regola dell'80/20© Shutterstock

La Legge di Pareto non è nuova, ma oggi rappresenta una gettonatissima sorgente di vantaggio competitivo per chi sa leggerla con occhi moderni. In un contesto economico in cui imprese di ogni dimensione cercano efficienza e controllo, riscoprire che il 20% delle attività può generare l’80% dei risultati non è solo una curiosità statistica: è un cambio di prospettiva radicale.

Sempre più professionisti e imprenditori tornano a interrogarsi su quali azioni, clienti o prodotti abbiano davvero un peso decisivo nei risultati. Perché la distribuzione non è mai equa, e spesso non serve fare di più: serve fare meglio. Dietro a questa logica c’è una storia poco nota, ma con profonde implicazioni per chi oggi deve prendere decisioni rapide e mirate.

Cos’è la legge di Pareto?

Ma andiamo per ordine: la Legge o Principio di Pareto è, citando Wikipedia, un risultato di natura statistico-empirica che si riscontra in molti sistemi complessi dotati di una struttura di causa-effetto. Prende il nome dall’economista e sociologo italiano Vilfredo Pareto, che alla fine dell’Ottocento, notò un dato sorprendente: in Italia, circa l’80% delle terre era nelle mani del 20% della popolazione. Ed ecco: quella che sembrava una semplice osservazione sulla distribuzione della ricchezza si rivelò qualcosa di più profondo.

Studiando altri fenomeni economici e sociali, Pareto notò che quella proporzione (o varianti simili) tendeva a ripetersi, ed è proprio da qui che nasce il principio 80/20: l’idea che, in molti apparati intricati, una piccola parte delle cause produce la maggior parte degli effetti. Così, questo modello ha cominciato a essere utilizzato per leggere dinamiche economiche, aziendali e persino comportamentali.

Ma non è tutto qui, perché proprio recentemente alcuni studiosi hanno deciso di tornare a studiarlo con strumenti attuali e proprio per questa ne è stata verificata l’efficacia in contesti radicalmente cambiati rispetto a quelli di un secolo fa. Il punto di partenza è semplice: in un mercato frammentato, competitivo e iper-connesso, è più che mai necessario capire quali azioni generano davvero valore. Così questa legge, con il suo potenziale predittivo e la sua apparente semplicità, è tornata sotto i riflettori.

Perché è ancora attuale?

Come abbiamo accennato, negli ultimi anni, la legge di Pareto è tornata sotto la lente degli studiosi, in particolare per la sua capacità di interpretare sistemi sempre più complessi. Un’analisi bibliometrica pubblicata a settembre del 2024 ha mostrato come l’interesse accademico verso il principio 80/20 sia cresciuto in modo costante, soprattutto nel campo del quality management e della gestione industriale. Lo studio, che ha esaminato oltre 8.000 articoli pubblicati tra il 1990 e il 2024, conferma che il principio continua a essere applicato in contesti moderni come l’Industria 4.0 e l’ottimizzazione dei processi aziendali.

Legge di Pareto: la regola dell'80/20

Parallelamente, ricerche più recenti hanno esplorato la validità del cosiddetto Pareto effect anche in ambiti sociali e digitali. In particolare, un paper pubblicato a gennaio del 2025 ha evidenziato come in molti fenomeni legati al comportamento collettivo, a sistemi di contagio e a meccanismi di influenza, si osservi ancora una distribuzione fortemente sbilanciata, coerente con la logica 80/20. In un contesto economico e imprenditoriale dominato da interazioni rapide, risorse limitate e flussi informativi continui, questo principio diventa uno strumento utile per distinguere tra ciò che genera reale impatto e ciò che è soltanto rumore di fondo.

L’impatto del principio 80/20 nel business di oggi

A rischio di essere ripetitivi, vale la pena sottolineare che il principio 80/20 si manifesta con una regolarità sorprendente nelle dinamiche aziendali: in molti casi, una parte ridotta dei clienti genera la maggior parte del fatturato. Allo stesso modo, è frequente che una percentuale ristretta dei prodotti in catalogo sia responsabile della quasi totalità del margine. Questo squilibrio non è un’anomalia: è la conseguenza naturale di come si distribuiscono attenzione, risorse e bisogni nei mercati.

Per le imprese che riescono a individuarlo con precisione, il vantaggio competitivo è immediato: si tratta di riconoscere quali sono le attività ad alta resa, concentrarvi gli sforzi e ridurre ciò che sottrae energia senza generare valore. Questo vale per la gestione del tempo, per le decisioni commerciali e per la pianificazione strategica. E in un ecosistema dove tutto corre veloce, l’abilità nel distinguere tra ciò che conta e ciò che pesa può fare la differenza tra crescita e stagnazione.

Per le piccole e medie imprese, questo approccio è ancora più essenziale. Non disponendo delle stesse risorse di un grande gruppo, le pmi devono ottimizzare ogni investimento. Capire quali clienti fidelizzare, quali servizi rafforzare e quali processi automatizzare può liberare margini inattesi. Applicare la legge di Pareto, in questo contesto, non è una scelta teorica: è una necessità operativa.

Come applicarla concretamente

Ma andiamo al pratico: applicare questo Principio in azienda significa prima di tutto osservare con attenzione i dati esistenti. Un’analisi del portafoglio clienti, per esempio, può rivelare che una piccola parte della base attiva contribuisce in modo decisivo al fatturato o alla marginalità. In questo caso, diventa strategico rafforzare il rapporto con quei clienti, dedicare loro servizi personalizzati, migliorare la comunicazione e prevedere strumenti di fidelizzazione mirata.

Legge di Pareto: la regola dell'80/20

Lo stesso principio può essere utilizzato per ottimizzare la gestione del tempo a livello manageriale: molte agende sono sovraccariche di attività operative che assorbono energia ma non generano risultati rilevanti. Identificare il 20% delle azioni che produce l’80% dell’impatto (nelle relazioni commerciali, nella gestione dei team, nei processi decisionali) permette di recuperare lucidità e di alleggerire la pressione sulle risorse interne.

Infine, la legge di Pareto offre una chiave di lettura utile anche per il marketing. Analizzando le performance delle campagne, dei canali di comunicazione e dei contenuti promossi, spesso emerge che una minoranza degli sforzi produce la maggior parte delle conversioni. Questo permette di riallocare budget, ridefinire i messaggi e focalizzare le attività su ciò che genera ritorni concreti, riducendo dispersione e inefficienze.

I limiti della legge di Pareto

Nonostante la sua apparente eleganza, la legge di Pareto non è una formula universale. La proporzione 80/20 è un’indicazione di tendenza, non una regola matematica fissa. In alcuni casi il rapporto può essere 70/30, in altri ancora più sbilanciato, o addirittura invertito. Applicarla in modo rigido rischia di semplificare eccessivamente realtà complesse, portando a tagli affrettati o alla trascuratezza di elementi che, sebbene meno evidenti, potrebbero avere un peso decisivo nel lungo periodo.

Esiste anche quello che alcuni studiosi chiamano effetto Pareto inverso, per cui il restante 80% delle attività, seppur meno performante sul breve termine, può contenere asset strategici, nuove nicchie di mercato o relazioni che maturano nel tempo. In questo senso, la vera sfida non è tanto identificare il 20% vincente, quanto imparare a interpretare i dati con senso critico, evitando automatismi. Il valore della legge di Pareto sta nella sua capacità di far emergere delle priorità, non nel fornire risposte assolute.

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