Commercio estero, Istat: nel 2024 lieve flessione ma migliora il surplus commerciale

La riduzione del deficit energetico e la crescita dell'export in specifici settori hanno contribuito a consolidare la posizione dell'Italia nel commercio internazionale

Commercio, a dicembre 2024 si stima un aumento congiunturale delle esportazioni© Shutterstock

Sono più che interessanti i numeri relativi al commercio che riguardano esportazioni e importazioni: nel 2024, l’export italiano è calato leggermente (-0,4%) in valore, ma è migliorato senza i prodotti energetici. L’import è diminuito (-3,9%), soprattutto per il calo degli acquisti di energia, mentre il surplus commerciale è cresciuto grazie alla riduzione del deficit energetico.

A restituire una panoramica completa sono i dati Istat raccolti nel report Commercio con l’estero e prezzi all’import, che mostrano una dinamica complessa per il commercio estero italiano. Come dicevamo, l’export è risultato più debole rispetto al 2023, ma le cifre sottolineano che la componente energetica ha avuto un ruolo di spicco nel determinare il saldo complessivo. Al netto dei prodotti energetici, infatti, l’export è in lieve crescita (+0,3%).

Contestualmente, le esportazioni di beni di consumo sono aumentate del 5,6%, mentre quelle di beni strumentali e intermedi hanno subito una contrazione rispettivamente del 4,3% e dell’1,1%. La riduzione più marcata si è registrata nel settore dell’energia (-18,7%).

L’andamento delle esportazioni è stato influenzato dalla performance dei mercati di sbocco: se da un lato l’export verso la Spagna (+15,1%), il Regno Unito (+14,0%) e i Paesi Bassi (+15,0%) ha registrato incrementi significativi, dall’altro le vendite verso Stati Uniti e Germania sono diminuite entrambe del 3,7%, mentre il calo verso la Cina è stato ancora più marcato (-5,8%).

Tra i settori che hanno trainato la crescita dell’export figurano gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+9,5%) e i prodotti alimentari e bevande (+7,9%), mentre le esportazioni di autoveicoli hanno subito un pesante ridimensionamento (-16,7%).

Sul fronte delle importazioni, il calo complessivo è stato determinato principalmente dalla flessione della domanda di energia, con gli acquisti di petrolio greggio in riduzione del 25,4% e quelli di gas naturale del 24,4%. Al contrario, sono aumentate le importazioni di articoli farmaceutici (+10,7%), prodotti alimentari (+7,0%) e beni agricoli (+7,7%). Tutto ciò ha contribuito a un significativo miglioramento del saldo commerciale italiano, che ha raggiunto i 54,9 miliardi di euro, rispetto ai 34 miliardi del 2023.

Il settore farmaceutico e quello alimentare si confermano quindi pilastri del commercio estero italiano, sostenendo l’export anche nei momenti di incertezza economica globale. Il surplus dell’interscambio di prodotti non energetici ha toccato quota 104,5 miliardi di euro, il livello più alto di sempre, compensando il deficit commerciale con alcuni partner europei. L’Italia continua a mantenere una posizione competitiva nelle esportazioni mondiali, con una quota di mercato del 2,8%, confermandosi il settimo paese esportatore a livello globale.

L’analisi dei flussi commerciali mostra anche un netto miglioramento del deficit energetico, che si è ridotto a 49,5 miliardi di euro dai 65,1 miliardi dell’anno precedente: un risultato dovuto sia alla contrazione dei prezzi delle materie prime energetiche sia alla minore domanda interna di combustibili fossili. Parallelamente, l’avanzo commerciale con i Paesi extra-UE ha raggiunto i 65 miliardi di euro, mentre il disavanzo con l’UE si è attestato a 10 miliardi.

A conti fatti, l’Italia ha saputo bilanciare il rallentamento della domanda globale con una crescita mirata nei settori strategici, sfruttando la solidità della sua manifattura e la capacità di penetrazione nei mercati esteri. La performance positiva di comparti chiave come quello farmaceutico e alimentare ha permesso di contenere le difficoltà incontrate in altri settori, come quello automobilistico, dove la crisi produttiva ha inciso pesantemente sulle esportazioni.

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