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Lavoro

Se giochi sei bravo

Non fatevi ingannare dalle apparenze: se vedete un manager con un videogame tra le mani, probabilmente sta lavorando. Ecco i titoli che preferiscono i colletti bianchi

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«Succede, in ufficio, di vivere situazioni assurde come un videogame: è in quei momenti che mi torna utile aver trascorso la notte ad allenarmi con la PS3». Parola di Andrea Cuneo, Mr. Playstation. «Davanti alla console è come nella vita reale», spiega il direttore marketing di Sony Entertainment, «bisogna prendere decisioni rapide, valutare le reazioni dell’avversario e studiare le contromosse». Che sia arrivato il momento di rivalutare i cari e vecchi Super Mario Bros, Tetris, Doom e Sim City e i loro successori? Pare proprio di si. «Nel gioco liberiamo energie che altrimenti rimarrebbero bloccate», ci conferma Laura Quintarelli, coach professionista ed ex presidente della Federazione Italiana Coach, «e siamo veramente noi stessi senza vincoli, più disinibiti. Questo aiuta anche nel lavoro». Come? Ci sono i giochi di time management, come The Sims o Farmville su Facebook, che insegnano come si può bilanciare vita e lavoro, dando il giusto peso ad altre attività extra lavorative. E questo a tutto vantaggio delle performance in ufficio. Con i giochi di avventura, invece, si sviluppa il problem solving, mentre il focus sull’obiettivo si migliora giocando ai simulatori di volo o agli sport games in generale: al termine di ogni prova, infatti, c’è sempre un feedback con i suggerimenti per migliorare la prestazione, un po’ quello che dovrebbe accadere tutti i giorni sul lavoro, nel rapporto con colleghi e capi». Stando così le cose, non si devono sentire in colpa quei manager che, tornati a casa la sera, accendono la Playstation o salgono sulla pedana della Wii: non stanno perdendo tempo, anzi, si allenano per fare carriera.

Vuoi far carriera? Gioca!

«Ma non sottovalutiamo l’aspetto del puro relax», confessa Enrico Accettola, 37 anni, imprenditore di prima generazione e presidente dell’agenzia di comunicazione Emporio Adv, «perché a volte il segreto per lavorare meglio è staccare la spina. Io ci provo la sera con la Wii in salotto e la Ps3 nella sauna: inizio una partita e mi sembra di entrare in un film». E allora perché non mettere una console anche in ufficio? Accettola lo ha fatto, e come lui molti altri imprenditori: ci sono aree giochi in H-Farm, il centro per la ricerca e l’innovazione tecnologica di Riccardo Donadon, biliardino e calcetto in tutte le sedi Google sparse per il mondo, Wii e Playstation perfino in Sap Italia, alle porte di Milano. Con il benestare dell’ufficio del personale. «Impiegati e manager così si rilassano, prendono fiato e si ricaricano», ci spiega il direttore risorse umane dell’azienda, Tiberio Tesi, appassionato sia di Wii che di Ps3, «ma fanno anche team building e sviluppano atteggiamenti utili al lavoro, perchè giocando durante le pause rivivono in forma virtuale le stesse dinamiche che affrontano tutti i giorni con colleghi, clienti e partner». Patito delle console è anche Andrea Martini Antonini, 43 anni, amministratore delegato dell’azienda calzaturiera 3A Antonini, quella delle Lumberjack per intenderci. «Ho cominciato da piccolo con Pacman e Mario Bros», racconta a Business People, «oggi faccio tornei con la Playstation e la Wii. Mi piacciono i giochi sportivi, dove c’è competizione, come la Moto Gp. E con la pedana Wii Fit gioco a tennis e faccio sport. Insomma, invece di andare in palestra mi metto davanti allo schermo, e i risultati sono gli stessi». Non è il solo: sono sempre di più quelli che provano a sostituire i pesi o l’attività fisica all’aperto con la Wii Fit in salotto. Per esempio Alessandro D’Ambrosio, 33 anni, responsabile marketing di Original Marines. «Ho sei controller per fare tornei a calcio con gli amici, tre contro tre. Pes 2011 stimola lo spirito di gruppo», spiega il giovane manager, «mentre il tennis per la Wii è come quello vero e con la pedana vado di meno ad allenarmi fuori casa. C’è tutto: la tabella degli allenamenti, i traguardi raggiunti, i next steps. Non è forse quello che succede con business plan e piani di marketing?». Gioca invece col telefonino Alessio Matrone, 35 anni e direttore generale di Optima, multiutility italiana per i servizi energetici e di telecomunicazione. «Il BlackBerry per lavorare, l’iPhone per divertirmi, soprattutto a Bubble Ball, giochino antisress creato da un ragazzino di 14 anni», ci confessa, «ma anche scacchi e Tetris, che uso come passatempo durante le attese in aeroporto, per esempio. E in ufficio abbiamo allestito una sala giochi con Wii e biliardino». Alla passione del videogame non sono estranee neppure le donne. Sarà perchè è il direttore marketing della Mattel, e quindi dovrà avere per forza un’anima ludica, ma anche Daniela Pavone ormai si rilassa e si allena con joystick e console. «Il mio gaming tecnologico ruota intorno a Wii e iPad», ci racconta. «La Wii ha un ruolo chiave nella mia vita perché mi tiene in forma e mi aiuta a smaltire lo stress grazie alla Wii Fit, mia compagna d’allenamenti ormai da oltre un anno. Sull’iPad ho molti giochi, ma lo uso soprattutto per leggere, informarmi, intrattenermi. In generale, amo giochi fisici, di fitness con la Wii, mentre amo rilassarmi con l’iPad». Bisognerebbe, insomma, smettere di considerare i videogiochi solo un passatempo buono per fannulloni. Sono, invece, diventati un secondo sport, un allenamento quotidiano utile per la vita in ufficio, nella competizione quotidiana sui mercati, per tenere sempre sveglia l’attenzione.«Riuscire a trovare del tempo per noi stessi, in cui ci si possa rilassare e staccare dai problemi lavorativi è fondamentale per mantenere un atteggiamento professionale produttivo», dice Marco Delle Donne, socio fondatore e Ceo di Aida Partners Ogilvy PR. «Io lo faccio accendendo la mia Wii. Non sono un fan di videogiochi di azione, preferisco dedicarmi a giochi di logica, in cui possa mettere alla prova il pensiero laterale con rompicapi, domande di cultura generale e visione d’insieme. A volte, vengo coinvolto in piccole gare con gli altri soci dell’agenzia, dopo le nostre riunioni, per distenderci e mantenerci attivi».Per chi è scettico, non l’ha mai fatto ma vuole muovere i primi passi, il consiglio degli esperti è cominciare subito con i giochi più semplici. «Provate gli scacciapensieri sull’iPad», suggerisce Marco Ferrari, 39 anni, ex Neo Network e ora Ceo di Zodiak, uno che ha trasformato la passione di adolescente in lavoro, «oppure il laghetto con i pesci per rilassarvi. Il secondo passo? Passate ai simulatori e ai giochi di strategia». E buon lavoro.

Anche la Banca mondiale giocaCosì Evoke aiuta il sud del mondo a uscire dalla povertà

I videogiochi aiutano ad affrontare meglio i problemi della vita reale e del lavoro. Lo sostiene, sulle pagine di Wired, Jane McConigal, direttrice del Game Research presso l’Institute of the Future di Palo Alto, in California. I videogiochi, dice, aiutano a sentirsi più felici e sono un’ottima palestra per avere successo anche nella quotidianità. E davanti alla console saremo più produttivi che nel lavoro di tutti i giorni. La prova? McConigal ha creato un videogame intitolato Evoke per il World Bank Institute. L’obiettivo del gioco (urgentevoke.com) è risolvere le emergenze sociali del nostro pianeta come fornire un pasto ai senzatetto, aiutare lo smaltimento differenziato dei rifiuti o trovare un modo per eliminare la povertà nel sud del mondo. Dopo dieci settimane, dal gioco sono nate oltre 50 iniziative di business vere e proprie.