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Draghi verso la Bce, incognita sulla successione in Bankitalia

Il prossimo 24 giugno Draghi sarà ufficialmente il nuovo presidente della Banca centrale europea, ma entrerà in carica solo a novembre. Intanto si cerca il nuovo governatore italiano e, attualmente, la scelta è su tre nomi…

L’intervento del 31 maggio di Mario Draghi all’assemblea generale della Banca d’Italia è stato l’ultimo da governatore: il prossimo 24 giugno il banchiere italiano sarà ufficialmente nominato presidente della Banca centrale europea (Bce) ed entrerà in carica il prossimo novembre, al termine del mandato di Jean-Claude Trichet. Ma se la nomina di Draghi è solo una formalità, il nome del suo successore in Bankitalia è ancora un’incognita. Al momento sono tre i possibili candidati per palazzo Koch: l’attuale numero due di Bankitalia, il direttore generale Fabrizio Saccomanni, il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli, e il componente del board della Bce, nonché ex Bankitalia, Lorenzo Bini Smaghi (quest’ultimo, tra l’altro, sarebbe stato invitato a lasciare il posto in favore di francese). La procedura prevede che la nomina del numero uno di Bankitalia sia disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del premier, previa delibera del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della stessa banca. Se si optasse per una soluzione interna, l’ipotesi più probabile è quella di veder salire sulla poltrona di governatore Saccomanni, affiancato da Ignazio Visco come direttore generale. Il primo, 68 anni, da sempre in Banca d’Italia, vanta una profonda conoscenza dell’istituzione e del panorama economico e bancario italiano; il suo vice Visco è un apprezzato e brillante economista, allievo di Federico Caffè, e nel suo curriculum annovera tra l’altro la carica di capo del servizio studi della Banca e poi quella di capo economista all’Ocse. Non ha nulla da invidiare il profilo di Grilli: bocconiano, nato a Milano nel 1957, con una carriera universitaria negli Stati Uniti (professore a Yale) e in Gran Bretagna. È stimato dalla comunità finanziaria e bancaria nazionale e internazionale e ricopre anche da oltre vent’anni incarichi statali di alto livello (al Tesoro e alla Ragioneria dello Stato). Quanto a Bini Smaghi, fiorentino 54 anni, vanta studi all’estero, in Belgio e Stati Uniti, ha compiuto un’esperienza lavorativa di 11 anni in Banca d’Italia, ha fatto un passaggio al Tesoro e poi dal 2005 è approdato alla Bce. Gode anch’egli di una buona reputazione a livello internazionale.

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Mario Draghi al fianco di Jean-Claude Trichet, il presente e il futuro della Bce