Un miliardo e 800 milioni di euro messi a disposizione di migliaia di famiglie italiane e aziende non profit, serviti a progetti dedicati ai più deboli, a promuove l’arte, la cultura e lo sport, a difendere la legalità e a salvaguardare l’ambiente. Insomma a migliorare la qualità della vita delle persone della comunità. È il bilancio dei primi 15 anni di Banca Etica, l’istituto cooperativo nato a Padova nel 1999 su iniziativa di diverse organizzazioni del terzo settore e che oggi conta su una rete di 17 filiali. Dalla sua fondazione, così come sottolinea la ricerca Altis, Banca Etica ha destinato il 32% dei finanziamenti in valore a imprese di servizi sociali e sanitari, il 27% a organizzazioni che promuovo arte, cultura e sport, l’11% a privati, per lo più persone che, volendo acquistare una casa, non avevano trovato alcuna banca disposta a conceder loro un mutuo. Circa il 50% dei clienti di Banca Etica ha infatti dichiarato di essersi rivolto all’istituto cooperativo dopo aver ricevuto almeno un rifiuto da altre banche.

Ma chi approda in Banca Etica non è un cattivo pagatore, secondo la ricerca Atlis, infatti, le sofferenze lorde in Banca Etica rappresentano il 2,02% rispetto al 7,7% del dato medio Abi dell’outlook di dicembre.

Più bassi anche i tassi medi degli impieghi che nel 2013 si attestano al 3,57%, contro il 4% della media degli altri istituti nei prestiti a famiglie e società non finanziarie.

Dati che faranno si che il 2013 si chiuderà con un utile sostanzialmente in linea con quello del 2012: con finanziamenti deliberati per 775 milioni di euro (erano 813 milioni l’anno precedente) e una raccolta che aumenta dell’11% a 883 milioni a fronte di una contrazione registrata dal sistema bancario tradizionale italiano in base ai dati Abi.

E non finisce qui, a settembre Banca Etica aprirà una nuova filiale in Spagna.