Accordo di Parigi: imprese italiane lontane dall'obiettivo fissato

Foto di 95C da Pixabay

Un'analisi su 194 aziende italiane ha rilevato che solo il 20% ha obiettivi dettagliati di riduzione delle emissioni a medio termine e che il settore aziendale è molto lontano dal raggiungere l'obiettivo di 1,5°C dell'Accordo di Parigi. Pubblicato dall´organizzazione non profit CDP nell'ambito di un progetto finanziato dal Ministero italiano della Transizione Ecologica, il rapporto indica infatti un punteggio complessivo di temperatura per l'Italia di 2,8°C. Il motivo è presto detto: anche se le aziende italiane analizzate hanno ridotto le loro emissioni operative del 22% negli ultimi cinque anni, continuare a questo ritmo significherebbe che il settore aziendale italiano si decarbonizzerebbe a un tasso molto più basso (3,3% all'anno) di quello necessario per soddisfare l'accordo di Parigi (4,2% all'anno). Inoltre, anche se la trasparenza ambientale è aumentata sostanzialmente in Italia nell'ultimo anno - da 29 aziende che riportavano i dati nel 2010 a 240 oggi - mancano obiettivi ambiziosi e azioni per allinearsi all'accordo. 

 Nel campione di analisi (basato su dati 2020), solo 27 aziende in Italia si sono impegnate a fissare un obiettivo scientifico di riduzione delle emissioni, e solo sette hanno approvato obiettivi, tra cui Enel, Salvatore Ferragamo, Sofidel, Daniele & C Officine Meccaniche e Pirelli. Ma la maggior parte delle imprese (80%) non comunica gli obiettivi con informazioni sufficienti per essere misurata accuratamente rispetto alle traiettorie della temperatura. 

 L'analisi mostra anche che pochissime aziende in Italia hanno una particolare influenza sulla traiettoria generale del Paese. È incoraggiante notare che quasi il 50% delle emissioni del gruppo di aziende analizzate sono allineate a un percorso di 1,5° C - in gran parte perché Enel ha un obiettivo approvato su base scientifica.