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Troppo stanco per una relazione? Ci pensa un’app

In Giappone sono centinaia le aziende che offrono tra i programmi di welfare una piattaforma per incontri. Un modo per rendere più felici (e produttivi) i dipendenti, ma non solo…

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Dove non arrivano intraprendenza e romanticismo, arriva un’app. Accade in Giappone, Paese che ormai da decenni sta attraversando un netto calo di nascite e matrimoni. Colpa, forse, di una cultura che punta più sull’obiettivo di “fare carriera” che sulla possibilità di un miglior work-life balance. Un problema aggravato dalla pandemia, che negli ultimi due anni ha ridotto ulteriormente le occasioni di socializzazione.

Ecco perché sempre più aziende stanno offrendo ai propri dipendenti un benefit particolare: l’iscrizione a un’agenzia matrimoniale o a un’app per incontri. Si tratta di un trend in crescita, che segue la decisione da parte del governo nipponico di investire nell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza dei siti di incontri dedicati ai single (a inizio 2021 furono messi sul piatto 16 milioni di euro di finanziamenti). La piattaforma che va per la maggiore si chiama Aill goen, un’app di incontri che ha l’obiettivo di curare i bisogni affettivi dei dipendenti, migliorandone l’umore e rendendoli, quindi, più produttivi. La particolarità rispetto ai vari Tinder o Meetic è che solo i dipendenti delle aziende aderenti possono iscriversi; nessun profilo fake, annullate le possibilità di brutte sorprese al momento dell’incontro vis-à-vis.

A oggi sono più di 800 le aziende tra banche, compagnie aeree, ferroviarie e telefoniche del Giappone che hanno aderito e pagano almeno in parte ai dipendenti il costo di sottoscrizione (circa 45 euro al mese). L’intelligenza artificiale di Aill goen non stabilisce solo il livello di compatibilità, ma affianca gli utenti in chat: come un moderno Cyrano de Bergerac analizza le conversazioni, suggerendo domande e consigliando quando è arrivato o meno il momento di proporre il primo appuntamento. «Per me era difficile fare conversazione dopo un’intesa giornata di lavoro. Se ti affidi all’A.I. l’appuntamento arriverà in modo naturale», afferma un 27enne di una società di telecomunicazioni; mentre una 26enne di una società finanziaria ammette: «Sono felice di non dover più scoprire lavoro e background dell’altra persona», che vengono indicati dall’app. I risultati sembrano dare ragione al servizio, che vanta ben il 76% di appuntamenti tra gli utenti e circa la metà conclusasi con l’inizio di una relazione. Certo, una volta di fronte all’altro i due innamorati dovranno iniziare a parlare senza l’assistenza dello smartphone. Ma questa, forse, è un’altra storia.

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