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Si chiama Highly Cited Researchers List , ossia lista dei ricercatori più citati, e viene redatta annualmente dalla Thomson Reuters per identificare gli studiosi contemporanei che più hanno influenzato i colleghi nel loro campo. In sintesi, identifica l'1% dell'elite scientifica, in una lista di 3.539 nomi. Inutile dire che a farla da padrone sono gli Usa, che "forniscono" ben il 46,4% degli Highly Cited Researchers, ossia 1.644 nomi. Quello che dovrebbe farci riflettere è, invece, che l'Italia è ferma al 13esimo posto, con soli 46 studiosi in lista. Davanti a noi, oltre ai già citati Stati Uniti, c'è una lunga lista di nazioni meglio rappresentate: Gran Bretagna (344 ricercatori citati), Cina (249) e ancora Germania, Australia, Olanda, Canada, Francia, Svizzera, Spagna, e Arabia Saudita. Da segnalare anche che le ultime due ci hanno superato rispettivamente nel 2014 e nel 2015, evidenziando così un declino dell'Italia della scienza.

Colpa della fuga dei cervelli

Eppure di nomi che tengono alta la reputazione della Penisola in giro per il mondo ce ne sono parecchi, il nostro grande "guaio" resta invariabilmente la cosiddetta fuga dei cervelli. Basti considerare che 29 studiosi italiani figurano in lista come ricercatori presso università e centri stranieri. Abbastanza per far conquistare all'Italia la decima posizione se solo lavorassero nel nostro Paese. E non bisogna pensare che la questione sia puramente di prestigio nazionale. Il fatto è che gli investimenti pubblici e privati in ricerca vanno, ovviamente, a finire laddove si registrano le migliori performance, rischiando così di alimentare un circolo vizioso che ci vedrà scendere inesorabilmente in classifica e costringerà sempre più cervelli italiani a fuggire all'estero. Non a caso i Paesi che ci precedono in lista, Arabia Saudita compresa, non disdegnano di accogliere i nostri compatrioti più geniali. E se in Europa al momento rimaniamo stabili al settimo posto, ci vediamo però insidiati da una nazione piccola come il Belgio, che ha raggiunto quota 40.

Milano è la più rappresentata

A spiccare tra i centri tricolori c'è l'Università di Bologna con cinque citazioni, seguita dall'Università di Pavia (4), l'Università di Torino (3) e il Consiglio nazionale delle ricerche (3). Hanno inoltre meritato due citazioni la Statale di Milano, l'Istituto Mario Negri e l'Istituto oncologico europeo di Milano, l'Università di Parma, l'Osservatorio astronomico di Bologna, l'Irccs e due ricercatori gestiti in Italia dalla Commissione europea. Come città svetta quindi Milano, con 10 ricercatori in lista.