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Attualità

Roma, nuovo buco di bilancio. Deve allo Stato 350 milioni di euro

Il salario accessorio erogato a pioggia ai tempi di Alemanno era illegittimo e va restituito. Un nuovo problema per la giunta Marino

Non c’è pace per Roma, i suoi cittadini e l’amministrazione. Dopo gli scandali e le indagini, un’altra pesante tegola è caduta in testa alla Capitale, direttamente dagli uffici del Mef (Ministero Economia e Finanze). A quanto sembra, i soldi del salario accessorio pagato dal Comune ai suoi circa 24mila dipendenti dal 2008 al 2013 sono stati «indebitamente erogati», e ora l’amministrazione capitolina deve restituire 350 milioni all’erario. I tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze puntano il dito sulla parte variabile dello stipendio degli impiegati, «passata da 66 milioni nel 2008 a 345 milioni nel 2013». Eravamo in piena giunta Alemanno.

UN BEL PROBLEMA. Per le casse del Comune ora amministrato da Ignazio Marino, già stressate dal piano di rientro imposto da Palazzo Chigi dopo il decreto salva Roma, sarebbe l’ennesimo buco di bilancio da coprire. E ora il problema è di Silvia Scozzese, assessora al Bilancio. In Campidoglio, nel frattempo, non sono comprensibilmente molto felici: «La linea del ministero è troppo intransigente», ha dichiarato il vicesindaco Luigi Nieri. Nello staff di Marino aggiungono: «Siamo gli unici ad aver riformato il salario accessorio e dovremmo essere gli unici a pagare? Se la Corte dei conti ci chiede i soldi, ci opporremo».

L’INTERVENTO CHIESTO PROPRIO DA MARINO. Marino capisce che intorno a sé l’aria è cambiata, e che l’appoggio di Renzi è più lontano che mai. E dire che era stato proprio l’attuale sindaco, subito dopo la sua elezione, a sottoporre tutti i conti del Campidoglio ereditati da Alemanno ad una due diligence dei tecnici del Mef, dai quali ottenne uno studio accurato in cui si sottolineava come il salario accessorio non potesse essere dato a pioggia, ma doveva essere agganciato alla produttività. Una revisione che poi effettivamente è stata fatta, agganciando il salario accessorio a voci e funzioni precise e tagliando nell’insieme una decina di milioni di euro. Ma tutto ciò al Mef non basta. Chi pagherà adesso i circa 350 milioni che non dovevano essere erogati? VIA DAGLI STIPENDI? Sono già in corso riunioni tra l’Ufficio del Personale del Comune e la Ragioneria per mettere a punto un piano di rientro, ma l’unica via sembra quella di ridurre il salario accessorio attuale dei dipendenti per cinque anni, per rimborsare le casse dello Stato. Nieri non cista: «La linea del Mef porterebbe a un’inaccettabile e immotivata decurtazione dei salari dei dipendenti, già ridotti all’osso. La giunta ha lavorato per definire un progetto di revisione e innovazione e voglio chiarire da subito che se, come assessore al Personale, dovrò scegliere da che parte stare, io sceglierò di stare con i 23 mila dipendenti del Campidoglio con i quali abbiamo lavorato e trovato una soluzione accettabile»