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Attualità

Recesso contratti Pay-Tv, Internet e telefonia, penale solo con promozione attiva

In una nota il Mise precisa alcuni punti del nuovo disegno di legge sulla concorrenza approvato dal Consiglio dei ministri

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Nuovo disegno di legge sulla concorrenza approvato a fine febbraio dal Consiglio dei ministri che fissa alcuni paletti sulle penali richieste al consumatore in caso di recesso da contratti di abbonamento, come quelli su telefonia, internet e Pay Tv. Dopo le preoccupazioni su una possibile reintroduzione di costi fissi per il cambio di operatore, il Mise, attraverso, una nota, ha precisato la questione. «Il disegno di legge non prevede in alcun modo la reintroduzione di penali per chi recede dai contratti di abbonamento a telefoni fissi e mobili, Internet o a Pay-Tv. La norma inserita nel disegno di legge – si spiega nella nota del Mise – non cambia infatti le disposizioni generali in materia di recesso anticipato dai contratti di telefonia, internet e Tv (già regolati dal DL 7/2007) ma disciplina i costi di uscita dalle sole promozioni relativi ai medesimi servizi».

Il Ddl fissa un tetto di 24 mesi di durata e stabilisce che le eventuali penali – già esistenti nelle promozioni – debbano «rispettare una serie di stringenti requisiti di trasparenza sia verso il cliente, sia verso il regolatore. In particolare, l’operatore dovrà fornire al consumatore informazione esaustiva in merito all’esistenza e all’entità di costi d’uscita. Dovrà inoltre spiegarne analiticamente la giustificazione al Garante delle comunicazioni, sulla base dei costi effettivamente sostenuti». Importante sottolineare che i costi d’uscita dovranno essere « proporzionali al valore del contratto e alla durata residua della promozione. L’effetto delle norme introdotte a favore dei consumatori – precisa il ministero – è quello di chiarire un aspetto precedentemente non definito, allo scopo di ridurre e comunque rendere più trasparenti i costi complessivi di uscita dalle promozioni promuovendo la mobilità del cliente. Ciò che era vietato fino a oggi continuerà a esserlo anche dopo l’entrata in vigore della nuova legge sulla Concorrenza, e, anzi, le pratiche commerciali già in atto saranno soggette a vincoli più stringenti a tutela del consumatore».