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Attualità

Ocse: Il Pil della felicità? Lo scegli tu

L’organizzazione internazionale presenta l’innovativo ‘Better life index’, un indice interattivo dove ogni cittadino può scegliere il peso degli indicatori (come reddito, lavoro educazione o ambiente) e misurare il Paese migliore dove vivere secondo le sue esigenze

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“Non è l’Ocse a decidere che cosa rende la vita migliore. Sei tu a decidere per te stesso”. Con queste parole l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico presenta un innovativo indice di misurazione del benessere economico: ‘Better life index‘. Un indice interattivo, che non si sofferma solo sulla Pil di un Paese, ma basa il sistema su una lunga lista di indicatori, raggruppati in undici gruppi tematici: abitazione, reddito, lavoro, vita comunitaria, educazione, ambiente, governance, sanità, soddisfazione personale, sicurezza ed equilibrio vita/lavoro. Un mix di parametri monetari e non, che vuole tener conto allo stesso tempo del benessere materiale, della qualità della vita (reale e percepita) e della sostenibilità ambientale, per essere una fonte di informazione, ma anche uno strumento di dibattito sociale e politico. “Negli anni abbiamo organizzato molti forum per capire cosa voglia dire sviluppo – ha spiegato la direttrice della sezione statistica dell’Ocse, Martine Durand -. Ma nell’ultimo periodo ci siamo impegnati a capire come misurarlo, e in base a questo lavoro, insieme con gli istituti statistici nazionali, abbiamo elaborato il framework che sta alla base di questo metodo”.Come funziona. Il nuovo strumento è a disposizione di tutti gli utenti di Internet, gratuitamente, su una pagina dedicata del sito dell’Ocse (guarda). Ciascuno può scegliere quali dimensioni considerare e quali no, e attribuire a ciascuna un punteggio di importanza, da 1 a 5, costruendo così un indice personalizzato che valuti e paragoni i Paesi in base alle sue priorità. L’obiettivo, spiegano gli esperti che l’hanno realizzato, è cercare di “misurare ciò che conta per le persone”. Per questo, il sistema prevede anche una registrazione delle preferenze inserite dagli utenti, che saranno poi analizzate per individuare quali elementi sono più importanti per i cittadini, e migliorare in fasi successive uno strumento che, ha sottolineato la Durand, “è necessariamente sperimentale”.