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Manager a cavallo

L’ultima frontiera del coaching aziendale passa dai maneggi. Perché lavorare con i cavalli significa imparare che la leadership va oltre le parole. E molto altro…

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Per Jared Diamond, l’autore del bellissimo Armi, acciaio e malattie, è uno dei cinque animali fondamentali per l’evoluzione delle società umane. Nel corso della storia ha aiutato ad arare i campi, è stato mezzo di trasporto irrinunciabile e poi micidiale macchina da guerra. Oggi può servire come terapeuta e counselor. Stiamo parlando del cavallo. Che questi animali possano essere usati per aiutare persone con problemi fisici o mentali è cosa nota. L’ippoterapia è una certezza e non una scommessa. «Da un punto di vista motorio, con il suo passo, il cavallo va a sollecitare il sistema nervoso centrale della persona che lo monta, come avverrebbe se questa stesse camminando. È come trovarsi sopra una macchina in movimento, movimento che va assecondato. Un esercizio del genere, fatto con l’aiuto di un operatore adeguatamente formato, può aiutare moltissimo chi ha problemi motori, migliorandone l’equilibrio e favorendo lo sblocco dei cingoli», spiega Roberto Lambruschi, una delle anime di Equitabile, movimento riconducibile all’associazione sportiva dilettantistica Incontro a cavallo di Cernusco sul Naviglio (Mi). Si tratta di un operatore entusiasta che, tra un riferimento a Manzoni e uno a Fogazzaro, sa raccontare con passione quanto gli esercizi con questo animale possano essere utili, precisando che non c’è bisogno di saper cavalcare: «C’è tutta una serie di attività che rientrano nella cosiddetta terapia occupazionale, dove il prendersi cura del cavallo costringe la persona a fare una serie di azioni e sviluppare abilità, non solo motorie», aggiunge Lambruschi, il quale è testimone di un fenomeno più recente ma altrettanto sbalorditivo: l’uso del cavallo in attività di coaching e team building per manager e gruppi di lavoro.

Incontro a cavallo è attiva nell’ippoterapia con Equitabile, ma anche nella formazione esperienziale, con Italyhorseexperience.com. Si tratta, in questo caso, di un modo di lavorare col profit per finanziare le attività non profit della capofila. Ma chi ha aperto la strada in Italia a questo tipo di formazione va cercata più a Est, in provincia di Treviso. È lì che vive Valentina Casonato ed è lì che ha sede la sua Experience Academy, il primo ente altamente specializzato in questo ambito nato in Italia, quasi dieci anni fa, aprendo un mercato promettente nel quale si sono infilati molti concorrenti, a volte imitatori. Di recente, il Tribunale di Treviso ha dato ragione, in prima istanza, alla società di Castelfranco Veneto in una causa che la opponeva a un concorrente della stessa provincia. Lei, ex direttrice di una scuola inglese che offriva experiential learning, con la passione per i cavalli, è la persona più adatta per spiegare perché passare del tempo con questi animali può aiutare un manager. «Per riuscire a far fare un esercizio al cavallo senza usare il frustino o la briglia bisogna creare una relazione empatica, trasmettergli fiducia e sicurezza, ma fargli sentire anche il carisma», spiega la fondatrice. «In breve, bisogna mettere in campo quelle doti di leadership che un manager deve avere con il proprio team in azienda. La differenza è che qui può sperimentarlo in un contesto diverso, che lo porta fuori dalla propria comfort zone, ma che allo stesso tempo è assolutamente reale, perché le dinamiche che si creano all’interno di un branco di cavalli sono molto simili a quelle che si creano all’interno di un’impresa». Le attività e gli esercizi fatti nel maneggio, tutti rigorosamente a terra e mai in sella, possono offrire una serie di informazioni utili sulle attitudini del singolo e sulle dinamiche di gruppo: si tratta di un campo il cui potenziale è ancora in fase di esplorazione.

E, infatti, la gamma di servizi offerti alla clientela dalla Experience Academy è cambiata ed è cresciuta. «In passato», spiega Casonato, «team building e leadership erano le tematiche più richieste, mentre ora ciò che interessa di più alle aziende sono il coaching e il change management, perché molte sono alle prese con un passaggio generazionale o con una transizione importante, com’è il caso di un’impresa padronale che si trovi a esser acquisita da una multinazionale. Queste sono le aziende che mi contattano più spesso». A prima vista potrebbe trattarsi solo di un modo più stravagante di fare un percorso di coaching, ma non è così. Il lavoro con il cavallo cambia radicalmente la velocità con cui arrivano le informazioni che servono al coach. «L’attività in campo ne offre moltissime, così tante che già nel giro di due ore viene fatta una fotografia di quelle che sono le dinamiche relazionali all’interno dell’azienda. Prima – nel coaching tradizionale – impiegavo tre o quattro incontri prima di avere una fotografia chiara della persona che avevo davanti, mentre basta un’ora di lavoro con i cavalli perché emergano tantissime informazioni. Non che le persone non te le vogliano dire, ma spesso ti danno il loro punto di vista, tralasciando dettagli molto importanti», conclude la proprietaria di Pioggia, la cavalla che strega tutti i clienti di Experience Academy, la vera star delle sessioni. Perché alla fine, come ammette la stessa Casonato, un trainer può essere bravo quanto si vuole, ma la differenza la fanno i cavalli, animali meravigliosi di cui non smetteremo mai di aver bisogno.

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