In Italia la tassazione sul lavoro è al 42,6%, la più alta in Ue

Dal rapporto 2018 della commissione Ue sul fisco arriva una conferma per gli italiani: è proprio vero che siamo tartassati dalle tasse. Non è dunque una falsa percezione di cittadini troppo “lamentosi”, ma un dato di fatto. Perlomeno per quanto riguarda la vita professionale. Fra tutti i Paesi europei, infatti, il nostro è quello con la tassazione sul lavoro più elevata: con una percentuale del 42,6%, ci aggiudichiamo il primissimo posto in questa speciale classifica. Significa che quasi la metà del nostro stipendio se ne va in tasse. Sul podio insieme a noi ci sono il Belgio e l’Ungheria. Le ultime posizioni sono occupate invece da Cipro, Malta e Bulgaria. Ma non bisogna farsi trarre in inganno: sicuramente i nostri “vicini” stanno meglio di noi, ma non in maniera così netta. Tutto il fisco europeo, infatti, è elevato: più di quello di tutte le altre economie avanzate. Nel rapporto si legge che è “13 punti percentuali di Pil più degli Usa e 8 del Giappone”.

La tassazione sul lavoro è l’unica che ci vede primi

Ci sono però anche buone notizie. Se l’Italia è prima in Europa per la tassazione sul lavoro, quando si tratta di persone fisiche cede il poco invidiabile primato alla Danimarca che, con una quota del 55,8%, è la nazione con la pressione maggiore da questo punto di vista. Seguono la Svezia, al 57,1%, e la Grecia, al 55%. Nel nostro Paese negli ultimi due anni la pressione è al 47,2%, in calo dal 48,8% del 2016.
Anche nelle tasse sul capitale, l’Italia non sale sul podio: il cuneo fiscale più elevato si registra in Francia (52,8%) e Danimarca (37%). Tuttavia, valori sopra il 30% si trovano anche in Belgio, nel Regno Unito e nella nostra Penisola. I più bassi? Quelli di Lussemburgo (6,8%), Lituania, Estonia, Irlanda e Bulgaria (tutte sotto il 15%).
Infine, nel fisco sulle imprese l’Italia è “solo” sesta, con il 27,8%. Davanti a noi ci sono: Malta (35%), Francia (34,4%), Portogallo (31,5%), Germania (30,2%) e Belgio (29,6%).