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Attualità

Intercettazioni, le norme discusse alla Camera

Polemiche sui provvedimenti introdotti dalla maggioranza sul ddl in commissione Giustizia; verrà esaminato da Montecitorio la prossima settimana. Il relatore Bongiorno si dimette: “Così finisce diritto di cronaca”

Slitta alla prossima settimana l’esame della Camera per il disegno di legge (ddl) sulle intercettazioni. Considerato “l’evidente valore politico” del ddl, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha deciso di ampliare i tempi di esame per ultimare la fase di discussione degli emendamenti. Le modifiche richieste in commissione Giustizia della Camera dal Popolo delle libertà (Pdl), hanno provocato un profondo dissenso nell’opposizione e hanno portato il presidente della commissione, l’avvocato e parlamentare Giulia Bongiorno, a dimettersi per protesta. “Mi fa paura il restringimento dell’area del diritto di cronaca – spiega Bongiorno a la Repubblica – Se l’area è ampia, chi viola dev’essere sanzionato. Invece è stato votato un emendamento che comprime in maniera eccessiva il diritto di cronaca. I limiti alla pubblicazione – continua – non possono, non devono, essere eccessivi. Con questo emendamento, invece, il divieto si dilata a dismisura, sia dal punto di vista temporale, sia da quello dei contenuti. E quando i divieti sono eccessivi nessuno li rispetta”.

LE NORME CHE FANNO DISCUTERE (Fonte Corriere della Sera)Il comma ammazza-blog e la modifica – Al centro del dibattio la norma “ammazza-blog” che costringerebbe siti e blog alla rettifica entro 48 ore, anche senza la richiesta di un soggetto terzo. Dopo le proteste, la modifica: l’obbligo c’è soltanto per le testate online giornalistiche.Intercettazioni “irrilevanti”: il carcere – Tra i punti di dissenso tra maggioranza e opposizione la modifica proposta da Manlio Contento (Pdl): ora è previsto il carcere da sei mesi a tre anni anche per i cronisti che pubblicano le intercettazioni “irrilevanti”.Blackout informativo per i media – I deputati Costa e Contento (Pdl), con un emendamento concordato con il ministro Palma e con l’avvocato Ghedini, hanno ottenuto che il blackout informativo sui contenuti delle intercettazioni duri almeno fino alla cosiddetta ‘udienza filtro’, ovvero quando si stabilisce quali conversazioni sono rilevanti e quali no.

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Giulia Bongiorno