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Berlusconi in Senato: no a crisi al buio, patto di legislatura

L’appello del premier a Udc e finiani. Per il presidente del Consiglio aprire una crisi “priva di soluzioni” sarebbe una ”follia politica”. Apertura a una modifica della legge elettorale, ma con l’unico “limite invalicabile” della difesa del bicameralismo

Per governare e fare le riforme servono numeri che in questo momento Pdl e Lega Nord da sole non possono garantire. Per questo motivo il discorso del Premier Berlusconi alla vigilia del voto di fiducia in Parlamento è più conciliante verso l’ala moderata del Parlamento. Il presidente del Consiglio, invitato dal Financial Times a lasciare Palazzo Chigi (leggi l’articolo), ha fatto appello a tutti i moderati presenti in Parlamento offrendo un “patto di legislatura” e mettendo sul tavolo il “rafforzamento della squadra di governo”, l’aggiornamento del programma e anche la modifica della legge elettorale, a condizione che venga preservato il bipolarismo. Nel suo intervento al Senato, il premier bolla come “una follia politica” l’apertura di una crisi “priva di soluzioni”. Nel difendere il suo esecutivo questa volta Berlusconi fa leva sull’assenza di proposte alternative all’attuale maggioranza. “Comprenderei – spiega- se chi volesse sfiduciare il governo invocasse le elezioni anticipate o indicasse un nuovo premier. Non riesco invece a comprendere che spirito animi chi vuole aprire una crisi al buio”. L’argomento principe usato da Berlusconi per sostenere la sua volontà di andare avanti è quello della stabilità di cui ha bisogno il Paese per non subire gli attacchi della speculazione.

L’appello di Berlusconi ai finianiStabilito che non ci sono alternative al suo governo, Berlusconi si concentra sull’appello a finiani e centristi. Con il Fli Berlusconi usa poco bastone e molta carota: “Sono certo che nessuno di voi – dice rivolgendosi agli uomini di Fini – intende gettare ciò che abbiamo costruito insieme. Sono convinto che ciascuno di voi sa che qualunque divisione è legittima; ma la rottura no, la sfiducia al governo no, la rottura del campo dei moderati no. Tutto si può fare – aggiunge – ma non si può progettare un’alleanza con la sinistra per questa legislatura camuffandola con il governo di transizione”. Se i finiani volessero cambiare campo, per Berlusconi dovrebbero essere i primi a chiedere di tornare davanti agli elettori per spiegare “perché si è cambiata idea”. Se invece sono “sinceri e leali” allora il “senso di responsabilità verso il paese”,impone di “rinnovare la fiducia al governo”.

L’apertura del premier al partito di CasiniÈ a questo punto che Berlusconi si rivolge per la prima volta ai centristi di Casini. La fa indirettamente, sostenendo che la strada appena indicata “vale anche per chi non era con noi nelle elezioni del 2008”. Se le forze moderate votassero la fiducia “si eviterebbe una crisi al buio e si consentirebbe il completamento delle cinque azioni programmatiche votate a settembre”. Non manca un accenno alla legge elettorale, che Fini chiede di cambiare: per Berlusconi se ne può parlare, con l’unico “limite invalicabile” della difesa del bicameralismo, perché “i cittadini quando vanno a votare devono sapere chi sarà il leader”.

L’unione di Pdl, Lega Nord, Fli e Udc“L’unità dei moderati è il frutto più prezioso di questa fase e della mio ultradecennale patrimonio politico” conclude Berlusconi. “Nessuno può essere così irresponsabile da distruggerla volontariamente o involontariamente. Oggi – sottolinea Berlusconi – non è in gioco il presidente del Consiglio. Il nostro paese ha bisogno di stabilità e di governabilità per le riforme. Garantire la stabilità è la prima condizione per mettere in sicurezza il paese e l’unità del’area moderata. Se otterremo la fiducia lavoreremo per ricomporre l’unità dei moderati a partire da chi è con noi nella stessa famiglia europea e per rafforzare la squadra di governo”.

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Il discorso di Silvio Berlusconi in Senato