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Attualità

Antitrust, multa da 13 milioni nelle assicurazioni

Sanzionate tre compagnie assicurative e un’agenzia plurimandataria per intesa restrittiva della concorrenza nella sanità

Ammonta a più di 13 milioni di euro la sanzione che l’Antitrust, il garante della concorrenza e del mercato, ha inflitto a tre compagnie assicurative e a un’agenzia plurimandataria per “intesa restrittiva della concorrenza nel settore della copertura della responsabilità civile nella sanità della Campania”. Destinatarie della multa sono le imprese Gerling, Faro, Navale e l’agenzia plurimandataria Primogest che, come segnalato dall’Authority, avrebbero attuato dal 2003 alla fine del 2008 un’unica e complessa intesa per spartirsi le varie procedure di affidamento di servizi assicurativi rami Responsabilità civile terzi (Rct) e Responsabilità civile operatori (Rco), decise da aziende sanitarie locali e aziende ospedaliere campane. Gerling è una compagnia assicurativa del gruppo Talanx AG, primario gruppo assicurativo tedesco attivo in tutti i rami a livello mondiale, Faro è una società italiana che è stata attiva in diversi rami assicurativi e ora è in liquidazione coatta amministrativa mentre Navale all’epoca dei fatti faceva parte del gruppo Unipol, ed è stata incorporata in UGF nel 2011. L’agente plurimandatario, Primogest, ha assunto il ruolo attivo di soggetto che coordinava la fase preparatoria alla partecipazione alla gara e quella successiva nel caso di disdetta e subentro, con il risultato di mantenere il rapporto con gli enti sanitari, massimizzare le commissioni e godere del diritto di prelazione su eventuali partecipazioni a future gare con le compagnie stesse. “Si tratta di un’intesa molto grave – ha dichiarato il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà – sia perché riguarda la partecipazione coordinata a gare d’appalto in un comparto particolarmente sensibile, come la copertura assicurativa sui rischi sanitari, sia per l’alto numero di enti pubblici e gare coinvolte, sia, infine, per la durata. Avevo avvertito che la sanità non poteva essere considerata l’albero della cuccagna».