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Business da campioni

Calciatori sempre più vicini al modello degli imprenditori di successo. Nasce il “self made-football player”. Le storie di Cannavaro, Totti, Del Piero, Crespo, Gattuso, Buffon e Lucarelli

Lo stereotipo del calciatore che chiude la carriera investendo i guadagni di una vita in case, negozi, ristoranti e gioiellerie, è ormai uno sbiadito retaggio del passato, di un mondo pallonaro che non esiste più. Siamo, invece, sempre più vicini al modello del self made-football player, soprattutto quando l’atleta professionista gioca stabilmente in serie “A” e magari accede anche alla Nazionale. Oggi, rispetto a 30-40 anni fa, i campioni sono concentrati a investire già nel corso della carriera. È più giusto infatti parlare di calciatori-imprenditori, con interessi certe volte persino contrastanti con quelli del club di appartenenza. Il caso più emblematico è quello di Francesco Totti, testimonial di Vodafone, a sua volta concorrente diretto di Wind, sponsor di maglia dell’A.s. Roma, di cui il giocatore romano è capitano. L’esempio del n.10 del club di Trigoria è solo la punta dell’iceberg, di un sistema che si sta evolvendo, anno dopo anno, e che, prima o poi, arriverà a comprendere che non ha più senso parlare di atleti-dipendenti. Forse sarebbe più giusto, e in linea con i tempi, arrivare a considerare i calciatori come i professionisti delle società di consulenza, magari con contratti sempre più a rendimento e con una parte significativa collegata ai diritti di immagine, soprattutto se questi ultimi riescono a generare ricavi per le casse, sempre più esangui, delle società. L’immagine del calciatore del Terzo Millennio è quella di uno sportivo professionista, che sa sfruttare al massimo la leva mediatica come driver per i business personali in diversi settori. Una sorta di broker del guadagno realizzato grazie, è bene ricordarlo, alla benevolenza (per certi versi eccessiva) di molti presidenti di club di serie A. Business People ha analizzato i casi più o meno vincenti (almeno per il momento) dei calciatori-imprenditori in attività per realizzare una prima fotografia di settore, uno stato dell’arte realistico targato stagione 2011. Oltre al tradizionale mattone, quindi, nel portafoglio del calciatore-azionista c’è anche molta finanza, industria meccanica e alimentare, moda, edilizia e commercio.

CANNAVARO DALLA FASCIA DELLA NAZIONALE A CAPITANO D’IMPRESA MULTI-SETTOREIl capitano di Germania2006, oggi in forza al club emiratino Al Ahli, ha una rete quanto mai vasta di partecipazioni societarie e di interessi in campo imprenditoriale. Il gruppo è coordinato dalla Cma holding e servizi. La controllata Cma immobiliare, amministrata direttamente dall’ex giocatore azzurro, ha immobili a libro in varie città d’Italia. A creare reddito ci pensano il comparto edilizio con la partecipazione del 45% nell’impresa Tasso sit e quello alimentare con la Fattoria Gaia, un’azienda che produce mozzarella di bufala nell’agro aversano (un business che potrebbe avere uno sviluppo molto veloce considerando l’interesse dell’alta ristorazione emiratina per questa tipologia di prodotto). Altri affari a nove zeri arrivano dai ristoranti che Cannavaro possiede in diverse città. Uno è a Napoli sul lungomare, l’altro è a Bologna nell’altrettanto centralissima via Santo Stefano. Cannavaro, poi, negli ultimi anni si è lanciato sulle piste di altri colleghi e ha debuttato nell’abbigliamento con la Fenix, costituita con l’imprenditore tessile Luigi Iavarone, che va in parallelo con la sponsorship individuale dei capi del “bassotto” (il marchio italiano Harmont & Blaine).

MATTONI E ABBIGLIAMENTO NEL FUTURO DI TOTTI Per il momento l’attenzione di Francesco Totti e del gruppo di parenti, che lo gestisce a tutto tondo, dal contratto da calciatore ai diritti di immagine, passando per gli investimenti personali, è concentrata sul ramo immobiliare, con l’acquisizione e gestione di diversi immobili, ma il capitano dell’A.s. Roma, dopo aver sposato la soubrette Ilary Blasi (impegnata da alcune stagioni nel programma “Le Iene show”), ha aperto una ditta di abbigliamento con il marchio Never Without You, promosso nella fase iniziale persino sul sottomaglia gara e sugli scarpini (non avendo un contratto è apparso per diverse gare l’acronimo NWY). Una linea di capi che sta incontrando i favori di molti tifosi giallorossi e che ha l’ambizione di consolidarsi sull’intero territorio nazionale, sul modello di successo di Sweet Years, lanciato anche questo diversi anni fa dalla coppia pallonara Paolo Maldini-Cristian Vieri.

UN FUTURO DA IMPRENDITORE PER ALEXAlessandro Del Piero, bandiera della Juventus (una delle poche ancora in attività nel calcio italiano) è fortemente concentrato sul comparto immobiliare. La sua struttura principale si chiama Edge ed è controllata insieme al fratello-manager Stefano. Una sorta di holding che ha conferito la gestione di appartamenti, capannoni industriali e negozi, alla Olympic, alla quale si è aggiunta nel 2006 la Hera, comprata per 2,4 milioni di euro e proprietaria di alcuni terreni a Conegliano Veneto. Sempre la Edge ha fondato il brand “Cashus”. È un vero e proprio marchio di abbigliamento casual, a partire dall’ormai popolare cap indossato in bella mostra durante le interviste post-gara.

BUFFON: POKER E TESSILE, MA CON IL RUOLO DI “SOCIO”Il portiere della Juventus ha visto crescere la sua immagine negli ultimi anni, grazie anche alla vittoria del titolo iridato al Mondiale di Germania2006. Solo nell’ultima stagione è diventato testimonial di Pokerstars.it (il gioco del poker è una delle sue grandi passioni extra-calcio), di Tim e di Kellogg’s cereali per un progetto finalizzato alla sensibilizzazione dei giovani a una corretta alimentazione abbinata alla pratica sportiva. A livello imprenditoriale oltre all’immobiliare, ha scelto di entrare nella compagine azionaria di un popolare marchio italiano di biancheria per la casa, la Zucchi, di cui il portiere bianconero è il primo singolo azionista, con il 19,4% delle quote della società, al termine dell’aumento di capitale da 7,9 milioni di euro, che verrà lanciato entro il mese di novembre. Buffon, che entrerà anche nel Cda della storica azienda di biancheria, è già azionista con il 14,8% e complessivamente investirà nel gruppo circa 6 milioni di euro. Accanto ai diversi rami della famiglia Zucchi che avranno circa il 30% del capitale, con l’aumento farà il suo ingresso nel gruppo, con il 2,5%, anche Riccardo Grande Stevens, figlio di Franzo, storico avvocato della famiglia Agnelli.

CRESPO, DA BOMBER A IMPRENDITORE DI TELEFONIA“Una rete da favola…”. Con questo slogan abbinato al portale ufficiale (www.footballtel.it) è partita la nuova avventura imprenditoriale di Hernan Crespo, attaccante argentino che ha girato l’Italia e l’Europa, prima di ritornare al calcio di provincia, a Parma. Quella stessa Parma che l’ha fatto conoscere a livello internazionale e che adesso è il bacino di utenza della nuova compagnia di telefonia gialloblù di cui è fondatore e azionista.

RINGHIO SI DÀ ALL’ITTICAGennaro Gattuso (pilastro storico della difesa del Milan) è il caso più emblematico di self made-football player. Come molti suoi colleghi investe da tempo nel mattone attraverso Gabriela Gr (immobiliare) aperta insieme alla moglie Monica, ma il vero legame con il territorio (la Calabria) l’ha raggiunto aprendo a Corigliano Calabro la Gattuso srl, azienda di famiglia che si occupa di vivai ittici (commercio al dettaglio e all’ingrosso di pesci, crostacei e molluschi). Un’attività che si affianca alla Gattuso e Bianchi srl (pescheria a Gallarate) aperta insieme con il portiere del Milan, Christian Abbiati. È, inoltre, presidente e consigliere della onlus “Fondazione Rino Gattuso Forza Ragazzi”, oggetto per diversi anni dei contributi della regione Calabria, sponsor della Nazionale di calcio italiana.

LUCARELLI, CARTELLINO “GIALLO” NEL RUOLO DI EDITOREÈ durata appena tre anni l’esperienza, non proprio vincente, nel settore editoria del calciatore Cristiano Lucarelli, per anni bandiera del Livorno calcio (oggi in forza al Napoli di Aurelio De Laurentiis con il numero “99”). Il quotidiano ‘Corriere di Livorno’, fondato nel settembre del 2007 proprio da Lucarelli, ha chiuso lo scorso 1 novembre 2010 e la cooperativa Adriano Sisto editore, che aveva in gestione la testata, è stata posta in liquidazione. Il calciatore in questi anni ha sostenuto l’iniziativa, investendo oltre due milioni di euro, ma questo non è stato sufficiente purtroppo a garantire l’equilibrio dei conti.

VUCINIC PRONTO A INVESTIRE NELLA TERRA D’ORIGINEIl calciatore montenegrino Mirko Vucinic sta pensando già al futuro post-carriera. Il centrocampista giallorosso infatti sta acquisendo quote azionarie del club da cui è partito a livello professionistico. Cresciuto nel Sutjeska, formazione della massima serie nazionale, il FK Sutjeska, è la principale squadra di calcio in Montenegro. Vucinic intende rilevare interamente il pacchetto di controllo del club, per poi prendere il posto a fine carriera dell’attuale presidente: Ratko Vukotic, che, negli ultimi anni, non ha brillato per una corretta gestione economica della società.

FA RIFLETTERE…

Un ultimo dato può servire a riflettere sul futuro del settore. Già cinque anni fa, dal Mondiale di Germania 2006, ben 18 calciatori azzurri sui 23 convocati avevano interessi imprenditoriali extra calcio a conferma di come, ormai, i football player siano dei giovani imprenditori (più o meno di successo), grazie anche alla rete di relazioni di alto profilo che riescono a costruire durante l’attività agonistica. Contatti preziosi che spesso costituiscono la piattaforma di nuovi successi, una volta abbandonato il rettangolo di gioco.