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John Lennon, il genio di Liverpool

A 75 anni dalla sua nascita, e 35 dalla sua morte, la leggenda di John Lennon è ancora viva e continua ad affascinare intere generazioni: non solo i nostalgici dei favolosi anni ‘60, ma anche molti giovani che tuttora lo celebrano come icona senza tempo della musica beat e della fratellanza universale

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Yoko Ono è sicura. Quando le chiedono cosa avrebbe fatto John Lennon se fosse vivo oggi, risponde: «Uno che è un Artista con la A maiuscola com’era John, sempre innovativo, amante della sperimentazione, avrebbe adorato Internet. E, con ogni probabilità, sarebbe un rapper. Lui, che è stato punk prima di Sid Viciuos…».Poeta, disegnatore, polistrumentista, attore e attivista. Un’anima ribelle, dall’infanzia difficile. Una personalità carismatica, sfaccettata e controversa, in grado di catalizzare l’attenzione della sua band così come, in seguito, avrebbe fatto con le folle: prima i fan, poi migliaia di manifestanti. La sua genialità creativa, lo spirito d’avanguardia che lo animava, la voglia di rompere gli schemi. Il suo sogno di ragazzo, che ha preso forma reale con il successo senza precedenti dei Beatles e proseguì con la carriera da solista. Ma anche la storia d’amore discussa e turbolenta con la stessa Ono e la morte, a soli 40 anni, per mano di un fan squilibrato: tutto ciò ha sempre costituito un mix di elementi romantici tale da consacrare la sua figura al mito nell’immaginario collettivo. John Winston Lennon nasce il 9 ottobre 1940 a Liverpool mentre è in corso un bombardamento aereo della II Guerra Mondiale (il suo secondo nome è un omaggio a Churchill). Il padre, Alfred, discende da una famiglia irlandese ed è spesso via di casa, facendo il cameriere sulle navi dirette nelle Indie. La madre, Julia Stanley, è allegra ed eccentrica, tutto il contrario di sua sorella Mary Elizabeth, detta Mimi, tradizionalista e conservatrice, che accoglie con sé il piccolo John quando i genitori si separano: in seguito all’allontanamento, infatti, Alfred riprende la navigazione e Julia ha comportamenti discutibili.

LE TAPPE PRINCIPALI CHE HANNO SCANDITO LA BREVE VITA DELL’ARTISTA

1940John Winston Lennon nasce a Liverpool, in Inghilterra

1957John conosce Paul McCartney e rimane colpito dalla sua abilità alla chitarra. Lo invita a entrare nei Quarrymen

1958Muore la madre di John, Julia, investita da un poliziotto ubriaco

1960John Lennon, Paul McCartney, George Harrison, Pete Best e Stuart Sutcliffe diventano The Beatles

1962 Lennon, McCartney e Harrison entrano nella sala d’incisione di Abbey Road, a Londra. Con loro un nuovo batterista, Ringo Starr. John sposa Cynthia Powell

1963Esplode la Beatlemania, grazie al successo di produzioni musicali, concerti e apparizioni Tv

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La zia presto intuisce la creatività del nipote, almeno quella applicata al disegno e, adolescente, lo fa iscrivere al Liverpool College of Art. Non coglie, invece, il talento che il ragazzo mostra per la musica: è Julia che gli regala la sua prima chitarra e gli insegna a suonarla, lei che è molto brava con banjo e ukulele. «La chitarra va bene, John, ma non ti darà certo da vivere», gli ripete Mimi mentre, nella sua stanza, cercava di imitare le movenze di Elvis Presley. Nel 1958, appena diciottenne, il giovane viene colpito da un grave lutto: la madre viene investita da un poliziotto ubriaco. «È stata la notte più brutta della mia vita, è come se l’avessi persa per la seconda volta, proprio nel momento in cui ci stavamo ritrovando», dichiarerà in seguito. Solo la musica sembra addolcire quell’amarezza e quel dolore che avverte dentro di sé («something bit inside me»). Durante una festa parrocchiale, conosce Paul McCartney (che a sua volta, due anni prima, ha perso la figura materna, per un cancro al seno) e ben presto lo invita a esibirsi con lui e gli altri della band che nel frattempo ha formato: i Quarrymen. Del nuovo amico lo colpisce la bravura alla chitarra e la memoria applicata a spartiti e note musicali. È l’inizio di un sodalizio artistico importante, ma non privo di difficoltà: i due firmeranno insieme oltre 200 testi, uniti da un profondo talento, ma in lotta per la leadership e pieni di rivalità. Paul ha un amico, George Harrison, appena quindicenne, un po’ teppistello, ma talmente bravo a suonare che John, dopo qualche diffidenza iniziale, lo vuole nel gruppo: con loro tre si forma quello che costituirà il nucleo fisso dei Beatles. Sulle origini del nome ci sono alcune discordanze; la versione più accreditata sembrerebbe quella per cui lo spunto sia stato preso dai Crickets (“I grilli”) di Buddy Holly, ma secondo alcuni Lennon e Stuart “Stu” Sutcliffe, pittore e primo bassista della band, avrebbero voluto ricordare i Beatles citati nel film Il selvaggio (in ogni caso, la variante della radice “beat” rappresenterebbe un omaggio al genere musicale di riferimento). È nella casa della zia Mimi, al 251 di Menlove Avenue di Liverpool, che vengono composte le prime canzoni di coloro che sono destinati a diventare i mitici Fab Four. Il primo ingaggio ufficiale arriva nel 1960 ad Amburgo; al loro rientro, nella natia Liverpool, conoscono Brian Epstein che gestisce un negozio di elettrodomestici e dischi e che si propone come loro manager. Dopo una serie di insistenze, riesce a convincere i responsabili della casa discografica Emi ad ascoltare qualche traccia registrata dai ragazzi. A occuparsene per conto dell’etichetta è George Martin, responsabile della sussidiaria Parlophone, che convoca il quartetto per un’audizione nel giugno 1962. A settembre dello stesso anno, ottenuto un contratto, il complesso si presenta negli studi di registrazione di Abbey Road, a Londra; a fianco dei tre storici componenti c’è però un nuovo batterista, Ringo Starr. Il primo album, Please Please Me, con il singolo Love Me Do, segna la scalata al successo.

IL LENNON DAY

STRAWBERRY FIELDS MEMORIAL

L’IMAGINE PEACE TOWER

La band inglese, con le sue ballate pop rock, rivoluziona non solo il modo di fare musica, ma anche lo stile dell’epoca. Esplode la Beatlemania; la band tiene concerti anche in Italia e negli Usa, compare in molte trasmissioni Tv. Nel 1965 i quattro di Liverpool vengono insigniti del titolo di Baronetti della regina Elisabetta II (riconoscimento che John Lennon rifiuterà due anni dopo, per l’appoggio della Gran Bretagna alle guerre di Nigeria e Vietnam). Dopo un’ulteriore svolta musicale, nel 1967, con l’unconcept album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, che presenta una serie di tracce legate da un fil rouge – fino ad allora era stata la logica dei singoli a dominare il mercato discografico – i Fab Four vanno in India per una ricerca intellettuale e spirituale, fermandosi a lungo presso l’hashram del Maharishi Maheshi Yogi. Suggestioni esotiche e il suono del sitar non mancheranno in brani quali Norwegian Wood, Lucy in the Sky with Diamonds e Across the Universe. Il White Album del 1968, da molti considerata la loro compilation più bella, è una sublime sintesi di pop, melodico, rock psichedelico e musica d’avanguardia.

1965I Beatles suonano in Italia in un mini-tour tra Milano, Genova e Roma

1966John incontra per la prima volta l’artista Yoko Ono. Iniziano a frequentarsi due anni dopo

1969I quattro di Liverpool tengono l’ultima esibizione live nella capitale inglese. John Lennon e Yoko Ono si sposano; la loro luna di miele è un bed-in di protesta

1970I Beatles si separano ufficialmente

1972L’album Imagine segna il primo trionfo di Lennon come solista

1980 John Lennon viene ucciso per mano di Mark David Chapman

Ma, all’interno del gruppo continuano a imperversare tensioni, tra le accese liti che esacerbano John Lennon e Paul McCartney e la voglia di maggiore visibilità rivendicata da Ringo Starr e George Harrison. Nel frattempo, Lennon ha conosciuto l’artista d’avanguardia Yoko Ono, da cui è rimasto molto colpito, e che inizia a frequentare una volta tornato dall’India, chiedendo contemporaneamente il divorzio a Cinthya Powell, sposata nel 1962. La presenza ingombrante della nuova compagna non è gradita ai membri della band, che la accusano di favorire l’allontanamento di John dal gruppo. I due si sposano nel marzo 1969 sulla Rocca di Gibilterra e passano la luna di miele tenendo un bed-in non violento di protesta contro la guerra in Vietnam tra Amsterdam e Montrèal. Nello stesso anno i Beatles tengono la loro ultima esibizione dal vivo, suonando sui tetti della Apple Records, ed esce Abbey Road, considerato l’ultimo vero disco del gruppo, seguito da Let it Be del 1970, registrato in realtà 15 mesi prima della sua pubblicazione. Nell’aprile 1970 il gruppo si separa ufficialmente, John compone sempre di più come solista, influenzato da Yoko Ono. «Gli anni ‘60 hanno assistito a una rivoluzione tra i giovani, che (…) ha coinvolto l’intero modo di pensare (…). I Beatles furono parte di questa rivoluzione, che in realtà è ancora in atto. Eravamo tutti nella stessa barca, una barca che andava alla scoperta del Nuovo Mondo. I Beatles erano di vedetta», dichiarerà in seguito l’artista, che nel 1971 trionfa con il singolo Imagine, inno alla pace e all’amore universale: accanto alla musica, si fa strada in Lennon, sempre di più, la passione per l’attivismo politico, che porta lui e la moglie a essere invisi al governo Nixon che li pone sotto stretta osservazione dell’Fbi. Per un paio d’anni, poi, John e Yoko si prendono una pausa in un rapporto sempre più burrascoso. Lui va in California e intreccia una relazione con l’assistente May Pang, ma torna nel 1975 nella Grande Mela per rimettersi con l’artista originaria di Tokyo e per avere con lei Sean, un figlio che arriva dopo una serie di precedenti aborti spontanei. Luci e gioie, purtroppo, durano poco. L’8 dicembre 1940 John Lennon muore per mano di un fan squilibrato, Mark David Chapman, che gli scarica addosso la sua Charter Arms calibro 38, davanti al Dakota Building, 72 West End Manhattan, dove abita.La sua uccisione rappresenta la fine di un’epoca. «Un po’ Gandhi, un po’ clown»: lo ricorda così Jonathan Cott, giornalista, scrittore e suo amico intimo, che non ha dubbi sulle ragioni del suo successo epocale: «Nelle canzoni, ha sempre incluso tutti nel suo mondo. “Together” era la sua parola chiave ». Lui, che fin da piccolo aveva sofferto molto sentendosi rifiutato dalla famiglia d’origine: «Il dolore più grande è non essere desiderati, rendersi conto che i tuoi genitori non hanno bisogno di te quando tu hai bisogno di loro. (…) L’unico motivo per cui sono diventato una star è la mia repressione». Un senso di alienazione che Lennon avrebbe provato anche in seguito, in vari momenti della vita, all’interno del suo gruppo, come nei confronti di una certa critica musicale o di una parte dell’opinione pubblica, perennemente in bilico tra un senso di malinconica indolenza e una profonda saggezza, propria delle grandi anime.

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