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Contemporaneo batte moderno

Dal report di Artprice lo stato di salute del mondo delle aste e i creativi più quotati del 2013

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L’inizio dell’anno è, tradizionalmente, momento di bilanci e aspettative. Lo sapevano anche gli antichi, che hanno associato il mese di gennaio a un dio bifronte, con lo sguardo rivolto insieme al passato e al futuro. Il mondo dell’arte contemporanea non fa eccezione: e se, da un lato, è già tempo di bilanci (o quasi) per le prime fiere dell’anno – come Artefiera Bologna (appena conclusa) e Arco Madrid (dal 19 al 23 del mese) – e per le aste di febbraio – con Phillips che apre la stagione il 10 a Londra, e Christie’s e Sotheby’s che la seguono a ruota rispettivamente l’11 e il 12; dall’altro è soprattutto il 2013 a tenere campo, grazie all’uscita degli attesi report sull’anno trascorso, come quello commissionato dalla European Fine Art Foundation (Tefaf) e quello stilato dall’agenzia Artprice. Se il primo, più completo perché attento anche al mercato primario – gallerie e fiere d’arte – uscirà a marzo, a ridosso della fiera omonima che si tiene a Maastricht, è già disponibile il report di Artprice, che si concentra sulle vendite all’asta. Secondo quest’ultimo, il mercato dell’arte sembra tenere abbastanza bene nel contesto di una crisi finanziaria prolungata e di cui ancora non si vede la fine. Al crollo del 2008 è seguita una fase di crisi, assestamento e lenta ripresa, che ha dato i risultati migliori nel 2011. Gli anni successivi hanno rivelato una certa stabilità, e se il 2013 registra una flessione, il dato non sembra preoccupare più di tanto, anche perché attribuibile in gran parte al calo nell’offerta “di alta gamma” (più di 500 mila euro) nel settore moderno, dove i capolavori disponibili sul mercato cominciano a farsi rari. Si rafforza, invece, il settore “arte contemporanea” (convenzionalmente limitato agli artisti nati dopo il 1945), che vanta un incremento di 140 milioni di euro (15% in più rispetto allo scorso anno), producendo oltre un miliardo negli ultimi 12 mesi: un dato storico, che si spiega non tanto con un aumento delle vendite, quanto con il rafforzamento del mercato di alta gamma. Secondo Artprice, i grandi del contemporaneo nel 2013 hanno fatto meglio dei maestri moderni: «La migliore asta di Basquiat supera quella di Claude Monet o di Pablo Pi-casso, i Tulipani di Jeff Koons valgono tre volte di più di un bronzo di Giacometti, una tela di Peter Doig supera di 2,7 milioni di euro la migliore asta dell’anno di Salvador Dalí». Tutto ciò porta il contemporaneo a conquistarsi il 13% del mercato dell’arte 2012-2013, confermandosi un settore di investimento importante e capace di performance molto interessanti. Il fatto che, nel mercato di alta gamma, le prime posizioni siano tenute da tre artisti statunitensi – Jean-Michel Basquiat, Jeff Koons e Christopher Wool – spiega il secondo dato di interesse. Un dato, questa volta, di geografia economica: la ripresa del mercato statunitense, che supera, dopo cinque anni di primato assoluto, quello cinese, seppure con poco scarto (33,72%, contro il 33,70% della Cina). In gran parte grazie a Basquiat (1960-1988), le cui opere rappresentano, con i loro 101 milioni di euro, il 29% dei ricavi americani di quest’anno (e il 15,4% del mercato mondiale dell’arte contemporanea). Seguono, al 21,10%, il Regno Unito e, con un netto distacco, la Francia, che conquista il 2,79% del mercato mondiale dell’arte. Se dalle nazioni muoviamo lo sguardo sulle città, la prima piazza del mercato dell’arte contemporanea mondiale si conferma New York. Seguono, nell’ordine, Londra, Pechino, Hong Kong e Parigi.

LA TOP TEN DEL 2013

Jean-Michel BASQUIAT (1960-1988)82 lotti venduti, 33.508.050 € il risultato più alto

Jeff KOONS (1955)80 lotti venduti, 23.631.000 € il risultato più alto

Christopher WOOL (1955)38 lotti venduti, 2.713.550 € il risultato più alto

Fanzhi ZENG (1964)45 lotti venduti, 3.696.480 € il risultato più alto

Chunya ZHOU (1955)120 lotti venduti, 3.164.200 € il risultato più alto

Peter DOIG (1959)36 lotti venduti, 7.926.760 € il risultato più alto

Yifei CHEN (1946-2005)41 lotti venduti, 2.849.000 € il risultato più alto

Damien HIRST (1965)225 lotti venduti, 1.981.690 € il risultato più alto

Mark GROTJAHN (1968)24 lotti venduti, 4.774.620 € il risultato più alto

Andreas GURSKY (1955)48 lotti venduti, 2.178.375 € il risultato più alto

Ma in che direzione dobbiamo guardare se non possiamo aggiudicarci una delle 308 opere vendute quest’anno a più di 500 mila euro? In fondo, ben il 68,5% delle vendite di arte contemporanea in asta si colloca sotto i 5 mila, e il 30,73% tra i 5 mila e i 500 mila euro. In queste fasce si collocano, ovviamente, stampe e multipli di celebrità come Damien Hirst e Takashi Murakami, ma anche opere originali di artisti emergenti. Sebbene tradizionalmente l’arte emergente sia oggetto soprattutto del mercato primario, negli ultimi anni il passaggio di artisti giovani in asta si è moltiplicato, anche grazie all’attività di scouting di case meno ingombranti di Christie’s e Sotheby’s ma più attente alla sperimentazione, come Phillips e Artcurial. Più che dall’investimento sicuro, ovviamente, chi compra arte emergente è motivato dalla scommessa e dal piacere della scoperta; al contempo, tuttavia, i giovani artisti che passano in asta hanno spesso alle spalle un curriculum ragguardevole e una solida rete di gallerie, il che li rende anche investimenti relativamente sicuri. Fra i nomi segnalati da Artprice, ricordiamo in particolare quelli del francese Cyprien Gaillard (1980) e dell’americana Tauba Auerbach (1981).

CYPRIEN GAILLARD E TAUBA AUERBACH

Rivelato in Italia dalla grande mostra Rubble and Revelation, allestita dalla Fondazione Trussardi presso la Caserma XXIV Maggio a Milano nel 2012, Cyprien Gaillard (Parigi, 1980; vive a Berlino) è uno dei più promettenti giovani artisti francesi. Vincitore del premio Marcel Duchamp nel 2010, nel 2013 è stato consacrato da una personale al Ps1 di New York. Gaillard sembra operare tra archeologia del contemporaneo e fiction, ricalcando i tombini delle città del mondo, piazzando palazzoni moderni in paesaggi del seicento, riprendendo rovine. l’americana Tauba Auerbach (San Francisco, 1981) offre invece una declinazione delicata, sicura e attualissima dell’astrazione modernista, lavorando sulla trama della piega, sulla griglia dei pixel, sulla retinatura della stampa e muovendosi con libertà tra digitale, pittura e sperimentazione con i materiali (come il vetro) e i formati (come il libro).

Credits Images:

Jean-Michel Basquiat, Dustheads, 1982. Battuta all’asta da Christie’s, New York, il 15 maggio 2013 per 48,843 milioni di dollari (ca 37,62 mln di euro) è la più alta aggiudicazione dell’anno e un record mondiale per l’artista