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Lifestyle

Ora agli uomini piace il trucco

Tra guyliner, manscara, balsami labbra, matite per sopracciglia e fondotinta specifici, il make up è un universo in continua espansione anche per l’uomo. Già, perché il maschio contemporaneo non è immune al fascino dei cosmetici, così come di bisturi e laser

Vanità, il tuo nome è maschio». Verrebbe da parafrasare un celebre verso di Shakespeare guardando alla scena internazionale dello star system e a quei gentlemen moderni che vogliono apparire giovani e attraenti a tutti i costi, ricorrendo a trucchi vari. Non stiamo parlando solo di icone grunge della musica come il compianto David Bowie, che si divertiva a giocare con ombretti ottici e fluo, così come di Keith Richards e del suo sguardo bistrato o, ancora, dei Cure e dei loro occhi cerchiati di nero. Anche certi big della politica non sono da meno. Prendete, per esempio, il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron. Come ha riportato il settimanale Le Point, qualche mese fa, all’ufficio del capo di Stato francese è stata recapitata una fattura di ben 26 mila euro. A tanto sarebbe ammontata la richiesta per il lavoro svolto dalla professionista di make up che ha seguito il leader del movimento politico En Marche! negli eventi pubblici e nelle visite all’estero. Vero è che – ha fatto notare il magazine francese – Macron è stato più oculato e parsimonioso dei suoi predecessori, François Hollande (6 mila euro al mese per il trucco e 10 mila per il parrucco) e Nicolas Sarkozy (9.895 euro mensili per il suo hair stylist di fiducia).

In fatto di cura del proprio aspetto non è poi secondo a nessuno il numero uno degli Stati Uniti, Donald Trump. Difficile vedere in pubblico il tycoon senza un colorito arancione sul volto, probabilmente dovuto a un uso smodato di lettini solari, spray autoabbronzanti e strati di cerone, come sostengono diversi media a stelle e strisce. E avete presente Silvio Berlusconi? Spesso, nelle occasioni pubbliche, l’ex premier si deterge fronte e guance con un fazzoletto. In molti sarebbero pronti a giurare che in quel pezzo di stoffa il patron di Forza Italia, peraltro habitué della luxury spa Chenot a Merano, nasconderebbe un tampone intriso di fondotinta. Passando ad alcuni attori nelle grazie di Hollywood, un grande amante dell’“effetto tintarella” in viso è Zac Efron: l’idolo delle ragazzine ai tempi del film High School Musical, oggi interprete conteso da quotati registi, è stato spesso criticato sui social dalle sue stesse fan per aver esagerato con pesanti tocchi di foundation e vistose spolverate di terra. Meglio, allora, il trucco acqua e sapone di Jude Law, che del resto, per avere un aspetto fresco e curato arriverebbe a spendere 3 mila dollari in creme antiaging. Come dimenticare, infine, Johnny Depp? Esigenze sceniche a parte, al di là dell’eyeliner sfoggiato in Pirati dei Caraibi o della matita khol nello spot del profumo Dior Sauvage, stando a quello che dicono alcuni beninformati si sarebbe fatto tatuare una riga nera permanente nella rima inferiore degli occhi, per rendere più profondo lo sguardo.

Insomma, basta con il macho selvaggio alla Marlon Brando. Oggi il maschio alpha ci tiene a essere curato e include la bellezza tra gli assi vincenti del suo successo, essa stessa espressione delle possibilità cospicue del suo portafoglio. È più glam firmare trattative d’affari e assegni plurizeri con un sorriso smagliante, magari dopo uno sbiancamento professionale dal dentista, e mani e unghie perfettamente curate, altro vanitoso ghiribizzo che non è più esclusiva prerogativa femminile. Che i tempi siano cambiati lo confermano i dati di Euromonitor International: già nel 2015 quello dei prodotti cosmetici declinati al maschile era il quarto comparto beauty più grande a livello mondiale, con un turnover di quasi 3 miliardi di euro per l’haircare e all’incirca altrettanti per lo skincare con ampie aspettative di crescita (+5% e +9% rispettivamente anno su anno fino al 2019).

E in Italia? Ormai si rivolge agli uomini il 24% del mercato tricolore, che complessivamente vale 9,7 miliardi di euro, un fatturato che comprende 73 milioni spesi per schiume, saponi e gel da barba, oltre 50 milioni di euro per i dopobarba e – questa la vera novità – 40 milioni di euro per sieri, contorni occhi, creme viso e corpo studiate ad hoc (Centro Studi Cosmetica Italia, 2016). Ne sanno qualcosa il noto chef Davide Oldani, che non rinuncerebbe mai, nel quotidiano, a un paio di calze contenitive e a una lozione idratante per il viso, così come Justin Bieber che, a quanto pare, non salirebbe mai su un palco per un concerto senza prima essersi fatto una maschera rivitalizzante.

Parallelamente, crescono a ritmi esponenziali i consumi di trucchi riservati a lui, tra guyliner, Manscara, matite per sopracciglia, copri-occhiaie e fondotinta specifici. Protagonisti di questa “rivoluzione copernicana” della beauty routine declinata al maschile sono, da un lato, le BB Cream e le CC Cream, creme lievemente colorate che consentono di nascondere inestetismi e segni di stanchezza per ottenere una luminosa, ma discreta allure bonne mine. Dall’altro, c’è tutta una schiera di lip balm e gel trasparenti per labbra sempre lucide e rimpolpate, un vezzo di cui da subito ha fatto sfoggio in tv l’artista anglo-libanese Mika.

Tra le grandi maison che hanno intercettato la tendenza del settore, cavalcandola con le prime linee for men only, figurano Jean Paul Gaultier e Dior. Tom Ford ha lanciato i rossetti Lips & Boys, dedicati a lui, ma rivolti a lei, con un nome maschile associato a ciascun lipstick. Più di recente Essence ha presentato la trend edition Boys & Girls con prodotti unisex dal packaging essenziale e minimal. Un must have del momento, un po’ come i capi genderless che sfilano sulle passerelle di moda.

E sul fronte dei testimonial? Negli Stati Uniti brand come CoverGirl e Maybelline hanno nominato ambassador dei rappresentanti del sesso maschile, scegliendo due influencer make up addicted quali, rispettivamente, James Charles e Manny Gutierrez. A giugno 2017 l’avanguardista Wycon Cosmetics, come volto della sua capsule Androgyny, ha voluto un uomo e, a settembre, ha avviato una campagna di comunicazione con Bom Jean, una delle più richieste drag queen brasiliane ed esponente di rilievo della comunità Lgbt internazionale. Intanto, nel nostro Paese, sta significativamente vivendo un vero e proprio boom la medicina estetica, anche grazie a un importante contributo che arriva dalla popolazione maschile: il 10% si rivolge abitualmente a istituti e centri specializzati nel settore. Come è stato evidenziato nell’ambito di un recente congresso internazionale a Milano, tra i rappresentanti del sedicente sesso forte è corsa al “ritocchino”. Non fanno eccezione imprenditori e uomini d’affari: un paio di anni fa Flavio Briatore, ex team manager della Formula 1, si è sottoposto a un innovativo intervento di lifting verticale. E non dimentichiamoci delle massicce e crescenti richieste in campo tricologico, con un andamento piuttosto controverso. Se da una parte i giovani rampolli effettuano sedute laser per l’epilazione, dall’altra un target più maturo desidera rinfoltire la propria chioma per contrastare calvizie e stempiature. Tanto gli uni quanto gli altri, comunque, sono sedotti da quello che ne L’avvocato del diavolo Al Pacino definiva il suo “peccato preferito”: la vanità, per l’appunto. Perché, in fondo, la ricerca della bellezza non conosce età. E, a quanto pare, nemmeno genere.

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© iStock/fotostorm