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Vogliamo mettere le ali alla Sardegna

Intervista a Roberto Pappalardo, presidente del golf club isolano Is Molas

La Sardegna è una meta per il golf?Senza dubbio, anche se non tanto quanto potrebbe. Golf e turismo sono un abbinamento che nella nostra terra trova le migliori condizioni. Ma un limite è dato dalla difficoltà di raggiungerci, con i trasferimenti che risultano tutt’altro che comodi e frequenti e in mancanza di rotte verso e dalla Sardegna il flusso rimane molto al di sotto delle possibilità. Dal Nord Europa, ad esempio, che dovrebbe essere uno dei nostri target. Basti pensare a una terra vicina, Maiorca – grande come la provincia di Cagliari – verso cui la quantità di voli, anche a opera delle più importanti compagnie aeree e non solo low cost, nello spazio di poche ore equivalgono a quelli che noi abbiamo in una settimana.

Il golf è un traino per la regione?Certamente. L’allungamento della stagione turistica (concentrata tra luglio e settembre) è uno dei nostri obiettivi. Più campi potrebbero aiutare a renderci una vera golf destination. Senza dimenticare che la disponibilità di strutture, il clima e le tante opzioni che la Sardegna offre consentirebbero di proporci come una meta di primissimo livello per tutto l’anno.

Allo scorso Igtm abbiamo ascoltato importanti aperture…La politica dovrebbe essere il fattore che determina la strategia per lasciare poi alle forze locali economiche e imprenditoriali la realizzazione di progetti. Ma il golf è, purtroppo, visto ancora come disciplina elitaria anche se sappiamo che non è più così.

Quali sono i vostri programmi per dare impulso al golf sardo?Ci stiamo muovendo su piani di lungo periodo. Da un lato, c’è un progetto molto importante di sviluppo golfistico (su disegno di Gary Player) e di struttura ricettiva. Nonostante le grandi opportunità che rappresenta, anche in termini di posti lavoro, non sono poche le difficoltà per realizzarlo, a differenza di quanto altri Paesi in pochi anni – vedi la Turchia – hanno saputo e potuto realizzare. Tra l’altro, l’area su cui è previsto l’insediamento della nuova struttura otterrebbe notevoli benefici anche in termini naturalistici, come a Is Molas, in cui è la natura locale, cioè la macchia mediterranea a essere la protagonista. Altre nostre iniziative sono poi volte a divulgare la conoscenza e la pratica del golf tra i giovani, con un’azione in tutte le scuole della zona di Cagliari e Pula. L’interesse è crescente verso questa disciplina anche se la distanza dal centro cittadino non facilita la pratica. Per questo abbiamo dei programmi per i ragazzi con corsi gratuiti e navette per alleggerire lo sforzo dei genitori. Su un altro fronte, da alcuni anni effettuiamo proposte verso i soci – chi porta un amico divide con questo la quota per il primo anno – con l’obiettivo di ampliare la base, favorendo l’avvicinamento a un mondo, il golf, che risulta a volte un po’ esclusivo ed escludente e che, invece, con l’aiuto di un amico può essere conosciuto senza timori. Il bar, tra l’altro, è una licenza pubblica con accesso anche ai non soci. Iniziative che portano i loro frutti tanto è vero che, seppur con le difficoltà generali date dalla crisi, la nostra base non si è ridotta. Un paio di anni fa abbiamo comunque rivisto un po’ le quote, offrendo anche la possibilità di due diversi tipi di abbonamento, per le 27 buche e uno per le sole 9 buche (ca. 1000 euro annui, ndr).

Quali sono i numeri più significativi del Gc Is Molas?Le quote dei soci rappresentano circa il 50% del nostro conto economico, con il resto dato da green fee e gare. Queste ultime sono molto importanti per il nostro club, che presenta uno dei calendari più completi tra i circoli italiani. È vero, peraltro, che anche sul fronte degli sponsor la crisi si è fatta sentire. Sono molto apprezzabili gli sforzi, che le tante aziende che ci supportano effettuano per garantire un calendario importante anche nei mesi in cui il bacino di utenza può risultare un po’ più limitato.

Is Molas è anche storica sede di competizioni di alto livello.Vero, e con la nuova proprietà e il progetto di sviluppo citato, anche la prospettiva di ospitare gare di livello internazionale sta riprendendo piede. E da due anni siamo la sede, molto apprezzata per la qualità del campo e la sua manutenzione, del Campionato internazionale dilettanti, con un numero elevatissimo di partecipanti (tra l’altro record di 22 Paesi). La bellezza della nostra regione sicuramente in questo aiuta.

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Roberto Pappalardo