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Tutte le sfumature del golf

Per chi pensa che la pratica sul green sia sempre uguale a se stessa, e i confronti con i compagni e col campo piuttosto monotoni, ecco qualche dritta per differenziare i percorsi perché nel golf formule di gioco, regole e assetti di gara rendono ogni partita diversa

Il golf è certamente visto e vissuto come uno sport più o meno sempre uguale e tipicamente individuale ma a un occhio attento si presenta, invece, come una delle discipline più varie e diversificate, in grado di risultare sempre divertente e tutt’altro che monotona. Inoltre, se è vero che tanti sono i momenti in cui il giocatore si trova solo di fronte alle scelte tecniche e tattiche o all’alternarsi delle situazioni emotive nell’arco delle 18 buche, in realtà sono moltissime le occasioni e i modi in cui il golf sa trasformarsi, diventando anche uno splendido sport di squadra per tutti gli appassionati che a ogni livello praticano questo meraviglioso gioco o vi si stanno avvicinando. Sgombriamo, comunque, il campo dai dubbi, con qualsiasi sistema si giochi l’obiettivo rimane sempre lo stesso e cioè riuscire a far cadere la pallina nella buca con il minor numero di colpi possibile. A partire da questo, però, vedremo come le giornate su green e fairway possano diventare ancora più intriganti magari anche quando, per questione di calendario, le tanto amate gare non sono disponibili.

DOVE TUTTO EBBE INIZIO

Il golf in origine era giocato a buche secondo quel sistema denominato match play, oggi poco utilizzato nei circoli, ma che mantiene un fascino del tutto unico, in cui i contendenti si confrontano, singolarmente o a coppie, buca per buca puntando a completarle nel minor numero di colpi possibile con la vittoria assegnata a chi se ne aggiudica di più. La parte che vince la buca, si dice, va “1 up”, l’altra sarà “1 down”, e così via: 2 up, 3 up ecc. Se la parte che insegue si aggiudica una buca, il punteggio passerà invece da 3 up a 2 up, e via discorrendo. Le buche possono essere pareggiate, mentre una partita può finire prima della 18 quando una parte è up di un numero di buche superiore a quelle ancora disponibili: per esempio, con tre buche up e solo due da giocare, e il risultato finale verrà così espresso con la formula 3 e 2 (attenzione, si dice “e”, e non “a”). La componente emotiva, la dinamica del confronto diretto e l’esistenza di regole specifiche fanno del match play una formula che vale decisamente la pena di provare.

DUE REGOLE MOLTO PARTICOLARI NEL MATCH PLAY

Deve giocare per primo sempre chi è più lontano dalla buca, pena la possibilità, su richiesta dell’avversario, di dover ripetere il colpo È data la possibilità al giocatore di concedere il putt, la buca o l’incontro all’avversario

A COPPIE E A SQUADRE

La scelta, quando intendiamo abbandonare il gioco individuale, è tra formule che prevedono team di due ma anche di più giocatori, cosa che rende più facile organizzare incontri anche quando ci si trova numerosi sul tee di partenza. Altro elemento utile e che facilita il reperimento di partecipanti è che i sistemi di gioco possono essere sia medal che stableford, a colpi o a buche e, soprattutto, sono disponibili sia formule “serie” che altre meno impegnative e più goliardiche.

MEDAL VS. STABLEFORD

Con la formula stroke play (a colpi) medal ogni giocatore deve chiudere, imbucando, ogni buca e ai fini dello score segnare tutti i colpi tirati. Il punteggio può essere “lordo”, tutti i colpi tirati, o “netto”, deducendo dal totale il valore dell’handicap (per esempio, colpi tirati 90, handicap di gioco 11, risultato netto 79). Il sistema Stableford, nato sul finire del XIX secolo, mantiene la formula a colpi ma consente di proseguire il gioco senza l’obbligo di imbucare la pallina se viene superato il numero di colpi massimo previsto sulla singola buca. L’obiettivo diventano i punti da ottenere nel chiudere la buca: 2, 3, 4, 1, 0 in funzione del risultato (calcolato anche con l’eventuale handicap di cui il giocatore dispone buca per buca) che sarà par, birdie, eagle, bogie, doppio bogie ecc. (nel caso di nessun risultato, si segnerà una “X” e 0 punti).

Ecco la nostra selection.

QUATTRO PALLE LA MIGLIORE (FOUR BALL BEST BALL)

Se è vero che tra i golfisti (italiani) le gare a squadre non incontrano un grandissimo successo non consentendo l’abbassamento di handicap (uno dei miti del golfista…), l’eccezione è certamente la Quattro palle la migliore, formula a coppie che integra alcune caratteristiche molto apprezzate: si gioca la propria palla; in caso di risultato particolarmente buono (minimo 42 punti di squadra) c’è la possibilità dell’abbassamento di handicap (secondo un particolare sistema di calcolo) mentre non si rischia l’innalzamento anche con risultati miseri. Il massimo, insomma!Può essere a colpi, medal o stableford, anche come match play e ai fini del risultato finale si segna per ogni buca il migliore tra i due score ottenuti (attenzione all’eventuale handicap dei due compagni in quanto di fronte allo stesso score varrà di più quello realizzato dal giocatore che su quella buca aveva più colpi di handicap).

BEST AND WORST

È la variante “cattiva” della Quattro palle la migliore in grado di provocare qualche bel mal di testa. Si parte con l’obiettivo di segnare il migliore risultato tra i due compagni, ma anche il secondo score entra in gioco: infatti, per ogni buca viene assegnato un punto alla migliore, ma anche un punto alla migliore palla tra le peggiori (cioè, il migliore tra i tre punteggi che vengono scartati). Una formula molto intrigante che induce a giocare al meglio anche quando la best è già acquisita o persa: c’è, infatti, da cogliere il punto per la “miglior peggiore”.

GREENSOME, FOURSOME E DOUBLE FOURSOME

Se nelle Quattro palle lo spirito di squadra riveste un ruolo importante, l’affiatamento, una buona dose di autocontrollo e di fiducia in se stessi e nel compagno diventano decisivi per Greensome, Foursome e Double foursome, formule molto impegnative dal punto di vista tecnico e nervoso, in quanto prevedono che i due compagni giochino la pallina dell’altro: è evidente la tensione che può generarsi nel momento in cui, per esempio, il colpo dell’uno possa vanificare l’eccellente colpo dell’altro… Vediamo come funzionano. Nella Greensome dopo il tee shot, regolarmente effettuato da entrambi, si sceglie il migliore e da quel punto fino all’ultimo putt i due giocatori si alternano. La Foursome aggiunge un primo livello di difficoltà in quanto i compagni devono concordare chi parte dai tee dispari e chi dai pari: una volta effettuato il primo colpo, sarà l’altro giocatore a effettuare il secondo e così fino a che la pallina non verrà imbucata. Nella Double Foursome, decisamente la formula più complicata, rimane il concetto dell’alternanza, reso ancora più complesso dagli incroci tra i due compagni in funzione della buca che si sta giocando. Nei par 3, come nella Greensome, dopo entrambi i tee shot si sceglie il migliore e da lì ci si alterna. Il par 4 prevede dopo i due tee shot un secondo colpo alternato (si gioca la pallina dell’altro) e, a quel punto, la scelta del colpo da cui proseguire che verrà, quindi, effettuato dall’altro giocatore. Nei par 5 i giocatori si incrociano anche per il terzo colpo dopo il quale avverrà la scelta della pallina con cui concludere la buca, sempre alternandosi.

LOUISIANA

Una delle formule più divertenti, forse un po’ meno “serie” in termini di puro golf, in grado di portare sui fairway l’agonismo tipico di altri sport. Le squadre possono essere a quattro o cinque, e il meccanismo prevede che ognuno effettui il proprio colpo, venga quindi scelto il migliore e da quel punto ogni componente giochi il colpo successivo, a esclusione del giocatore il cui colpo è stato scelto. Si prosegue in questo modo (scegliendo di volta in volta il migliore) fino a che non viene imbucata la pallina. Può essere giocata anche con squadre di due e, in questo caso, entrambi i giocatori giocano sempre scegliendo il miglior colpo.

ALLA BANDIERA

Gara molto simpatica che evidenzia inequivocabilmente il concetto di handicap. Ogni giocatore procede (si gioca a colpi medal) nelle buche fino al punto in cui arriva la pallina dopo aver tirato il suo ultimo colpo, cioè quello dato dal suo vantaggio di gioco sommato al par del campo: in quel punto pianta una bandiera. Risulterà vincitore chi sarà arrivato più lontano con il suo ultimo colpo. È, quindi, possibile andare oltre la 18esima buca nel caso in cui il giocatore stia giocando meglio del suo handicap!

ALLA CORDA

Altra formula (a colpi e medal) molto divertente è quella che mette a disposizione non solo l’handicap ma anche… una corda! Questa, in misura uguale per tutti i concorrenti, potrà essere usata ogniqualvolta si voglia risparmiare un colpo (tipicamente per i putt corti oppure ad es. per trarsi d’impaccio nel caso di pallina finita dietro un albero) tagliando il pezzo di corda equivalente alla distanza del colpo così sostituito. Vince chi avrà completato il giro previsto con il numero minore di colpi.

SKIN GAME

Un vero e proprio thriller capace di mettere a dura prova nervi e mente di chi lo gioca, utilizzato per tornei di esibizione tra i pro ma, opportunamente adattato, praticabile dagli amateur. Su ogni buca viene messo in palio un premio che però, in caso di buca pareggiata tra i concorrenti del team, viene riportato sulla buca successiva e così via fino a che un solo giocatore non si aggiudica una buca.

TRE UOMINI IN CAMPO

Un’ottima soluzione quando ci si trova in tre e le formule a coppie non sono praticabili. Ogni buca vale sei punti: quattro vanno al vincitore, due al secondo, zero al terzo. In caso tutti e tre raggiungano lo stesso risultato sulla buca, vengono assegnati due punti a testa. Se due giocatori ottengono lo stesso risultato (migliore) si aggiudicano tre punti mentre il terzo otterrà zero punti. Se solo uno dei tre si aggiudica la buca e gli altri due pareggiano, il migliore otterrà quattro punti, gli altri un punto a testa. Vince, evidentemente, chi raggiunge il numero di punti più alto