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Lifestyle

Non chiamateci piccole

Si punta sul lusso in poco spazio. Con risultati strabilianti. Guidare una supercar in meno di quattro metri

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Lo sfarzo a quattro ruote non è più solo potenza, prestazioni e spese folli. Il nuovo lusso è trasversale. Anche un modello di dimensioni contenute può essere considerato uno status symbol. Sono i dati del mercato a dirlo. Nel 2009 sono stati venduti tanti veicoli quanti quelli immatricolati nel 2008 e a sostenere il mercato sono state le macchine più piccole, ancora meglio se motorizzate in modo ecologico, a metano, a Gpl, ibride (elettrico-benzina). E dalle prime anticipazioni del 2010 si nota che alcune case – Audi, Citroën, Aston Martin, Opel – stanno virando con decisione verso il downsizing, cioè verso il trasferimento di contenuti elitari su vetture non proprio di volume esagerato. Niente di nuovo sotto il sole, commenterà qualcuno. L’esempio di auto piccola e prestigiosa esiste già, da tempo. Apripista può essere considerata la Smart, una capsulina spaziale con prezzi d’amatore: la Fortwo Brabus cabrio exclusive costa 23.700 euro. Eppoi la Mini, nata per fare la differenza, che chiede 33.300 euro per la cabrio John Cooper Works. O la Mercedes Classe A e la Fiat 500C, scelte distintive che negli allestimenti più curati quanto a prezzi non scherzano.

Un “piccolo” sogno

Se fino a oggi l’obbiettivo di produrre meno supercar non è stato raggiunto perché le vetture grandi continuano a resistere, adesso con le city car di lusso, i macchinoni potrebbero davvero diminuire. L’Aston Martin Cygnet, per esempio, non riuscirà a cambiare i macrodati economici, ma è destinata a diventare un’auto cult. Infatti, può essere considerata la più esclusiva city car costruita in serie. Realizzata sulla base della Toyota iQ, la Cygnet è equipaggiata con un quattro cilindri benzina da 100 cavalli abbinato a un cambio automatico a variazione continua. L’abitacolo è un trionfo di morbida pelle italiana, cucita a mano e la dotazione di equipaggiamenti è completa, proprio come ci si aspetta da una vera ammiraglia. Il prezzo si aggira sui 35 mila euro e Cygnet, nonostante i piccoli numeri in cui sarà prodotta (o forse proprio per questo) sta già scatenando i desideri di chi predilige le cose esclusive. «Questa vettura, paragonabile a un raffinato tender per un yacht di lusso, porta i valori del marchio in un segmento di mercato completamente nuovo per Aston Martin», dice Ulrich Bez, presidente della casa produttrice. «All’inizio possono ordinarla solo i proprietari di Aston Martin di qualsiasi epoca. E le prenotazioni sono sorprendentemente numerose e ciò ci fa riflettere su come stiano cambiando i gusti dei consumatori».

Citycar per modo di dire

«Da piccola farò la grande» potrebbe essere lo slogan dell’Audi A1, la citycar assemblata nello stabilimento di Bruxelles. Per la produzione dell’A1, l’Audi ha investito 290 milioni di euro. D’altronde l’operazione è decisamente ambiziosa per gli uomini di Ingolstadt: trasferire tutte le eccellenze di una vettura premium in un guscio da city car, in meno di quattro metri. Per questo il design dell’A1 non ha dimenticato il family feeling ed eredita lo stile del frontale addirittura dalla “special one” R8. La calandra anteriore è dominata dal single frame cromato, mentre i fari taglienti hanno l’inconfondibile corona di Led. La fiancata è tesa, massiccia, un richiamo all’A4. Il posteriore è solido, massiccio, pulito nelle linee. Se la soluzione del doppio terminale di scarico è sportiva, la linea delle luci dietro è ispirata, dicono i designer, alle ali delle libellule. Usa materiali leggeri nella carrozzeria e nell’abitacolo si trovano listelli in alluminio e plastiche di alta qualità, piacevoli da toccare, abbinati a tessuti raffinati per il rivestimento dei sedili. La lista degli accessori ricalca quella delle sorelle più grandi, tanta multimedialità, Bluetooth, iPod, hifi e la tecnologia raffinata di motori turbo e cambi automatici a doppia frizione. Hi Tech dentro e sotto il cofano, insomma, per la tre porte, che inizia le consegne a metà 2010, dopo il lancio al Salone di Ginevra. La variante cinque porte arriverà prima della fine dell’anno. I prezzi, per quel che si può ipotizzare, saranno naturalmente ben più alti delle vetture “concorrenti”: dai 18.500 euro in su.

Griffe on the road

Per la sua piccola premium, invece, Citroën ha rispolverato una griffe emozionante, Ds presa pari pari dall’avveniristica berlina lanciata a Parigi nel 1956. Ds3 è una vera “urban chic”, con un design originale, anche aggressivo. I suoi punti di forza sono la cura dei dettagli e la personalizzazione che si sviluppa anche attraverso cinque temi di allestimento: Urban, Tribe, Zebra, Perle e Vibe. Lunga 395 cm, larga 171 e alta 146, questa tre porte offre ampie zone imbottite, rivestimenti morbidi e una buona abitabilità anche a chi sta dietro. Originale e pratica la conformazione della plancia, con la strumentazione risolta attraverso tre quadranti conici. La Ds3 ha ottenuto le cinque stelle, il massimo, nei crash-test svolti da EuroN-cap e i motori sono Euro 5 anche con cambio automatico. Le dotazioni di sicurezza sono complete con sei airbag e attacchi Isofix sui sedili laterali posteriori. I prezzi partono da 14.470, ma con gli optional crescono con grande facilità.

Lusso “furgonato”

A Ginevra si vedrà un altro esempio di auto piccola che, se non propriamente lussuosa, sarà perlomeno originale. Infatti, dell’anonimo furgoncino che era l’Opel Meriva del 2003 non è rimasto niente, anche se il bilancio in questi anni non è negativo. Ma da uno sbiadito veicolo è stata ricavata una mini-monovolume azzeccata: il sistema FlexDoors, con le portiere posteriori incernierate all’indietro che permettono di aprire le porte a libro, come se si trattasse di una Rolls-Royce, facilita l’accesso alla Meriva 2010 di carichi voluminosi. La sbornia di flessibilità parte dalla console centrale composta da moduli sostituibili che si possono spostare su barre posizionate tra i sedili anteriori e passa per il porta-biciclette integrato che si richiude come un cassetto sotto il bagagliaio. Per finire al FlexSpace, cioè ai sedili che si possono spostare o ribaltare con una mano in un gioco a incastro che fa guadagnare spazio. Arriverà in estate, con motori Euro 5 da 75 a 140 cv, cambi a 5-6 marce e una trasmissione automatica a sei rapporti. Un’ipotesi di prezzo? A partire da 17 mila euro. Che avesse davvero ragione Coco Chanel, che sosteneva: «Il lusso? Una necessità che ha inizio là dove finisce la necessità».

PREZZI DA GRANDI

AUDI A1 da 18.500 euro

CITROËN DS3 da 14.470 euro

A.M. CYGNET da 35.000 euro

OPEL MERIVA da 17.000 euro

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Gli interni della nuova compatta di Ingolstadt, l’Audi A1. Riuscireste a distinguerli da quelli di una delle sue sorelle maggiori?