INTERVISTA A JEAN TODT, PRESIDENTE FIA
Il presidente della Fia Jean Todt è stato l’artefice dei nuovi regolamenti che hanno reso ibride prima le vetture Endurance poi le Formula 1. Ed è anche uno dei padri fondatori del campionato per monoposto elettriche.
Strano che uno come lei, cresciuto a pane e pistoni, si sia convertito sulla via dei watt…
Il futuro della mobilità urbana è elettrico. Ecco perché corriamo nelle città ed ecco il motivo dell’apertura a nuovi fornitori di motori e batterie: con la Formula E le corse tornano a essere il banco di prova delle tecnologie che domani verranno applicate alle auto di tutti i giorni.
Che cosa risponde a chi dice che vedere 20 vetture tutte uguali non è un vero spettacolo? Avere in pista auto che si equivalgono è, al contrario, garanzia di battaglie all’ultima staccata. E poi si azzerano i costi altissimi dello sviluppo aerodinamico.
L’iniezione di potenza su cui possono contare i piloti più votati sui social network non è una bizzarria? La Formula E è seguita da un pubblico giovane, nuovo, e creare uno stretto legame tra i piloti e i tifosi può solo far bene alla Formula E.
D’accordo, ma non le manca il rombo dei motori? La silenziosità è un plus che ci permette di portare lo spettacolo nel cuore delle metropoli. Ed è un richiamo per molte fan, che si aggiunge alla presenza di due donne sulla griglia di partenza.
Come vede il mercato dell’auto fra dieci anni? Oggi solo l’1% dei 75 milioni di auto vendute nel mondo ogni anno è a trazione elettrica. Il mio sogno è ribaltare questo rapporto di forze.