INTERVISTA AD ANGELANTONIO MOLFETTA, A.D. DI MAHINDRA EUROPE
Il gruppo indiano Mahindra è stato tra i primi a credere e a investire nella Formula E. «Semplicemente perché tra gli obiettivi della divisione automotive c’è la ricerca e lo sviluppo nel campo della propulsione elettrica», spiega Angelantonio Molfetta, amministratore delegato di Mahindra Europe. «Tant’è vero che nel 2010 ha assunto il controllo della Reva Electric Car Company, diventata Mahindra Reva Electric Vehicles, che produce la city car E2O e collabora con industrie di tutto il mondo».
Oltre al team indiano Mahindra, c’è anche un team cinese e non a caso il primo Gp si è corso a Pechino. La Formula E può fare concorrenza alla F1?
Formula E e Formula 1 sono due specialità completamente diverse, così come l’Endurance e la F1 stessa. Attraverso di esse la Fia propone agli appassionati di tutto il mondo contenuti sportivi e tecnologici molto differenti. Una non si sovrappone all’altra, ma semmai completa e arricchisce l’offerta verso il grande pubblico.
Anche due team americani fanno parte del circus. Queste gare possono essere un modo per promuovere le auto elettriche e ibride negli Usa?
Certamente sì. Nell’immaginario sopravvive ancora l’idea che l’auto elettrica sia un veicolo lento e pesante. Proporla come protagonista di competizioni sportive di alto livello può così contribuire a sfatare questa idea e a presentarla come valida alternativa anche al pubblico più giovane.
Non sono previste per ora gare in Italia. L’ennesimo treno perso?
Tempo fa si parlò di una gara a Roma, ma poi non se ne fece nulla. Ciò non toglie che un giorno la Formula E non debba arrivare anche nel Belpaese. Prendere un po’ di tempo per verificare il reale interesse del pubblico italiano e per studiare come e dove allestire un circuito cittadino potrebbe non essere una scelta sbagliata.
La Formula E può davvero migliorare le elettriche stradali di domani e incentivare le vendite oggi? Le corse migliorano una razza, si diceva anni addietro. Perché non dovrebbe valere proprio oggi che ci troviamo di fronte a una tecnologia giovane e probabilmente a un modo nuovo di concepire l’automobile?