Si chiama Purosangue, è l’ultima Ferrari che va solo a benzina, nel senso che non ha nessun apporto elettrico, e costa 390 mila euro. È ovviamente bellissima con le quattro porte che si aprono a libro per poter ospitare altrettante persone nel lusso più assoluto e poi, ciliegina sulla torta, non ha le linee di una Suv e tantomeno di una crossover. Perché è made in Maranello, dove le mode non si seguono ma si creano: chi oggi oserebbe proporre un motore 12 cilindri a V con più di 700 cavalli capace di fare i 310 all’ora e di accelerare da zero a 200 in 10,6 secondi? La brutta notizia è che chi si mette in fila oggi deve aspettare almeno quattro anni per averla.
Quello che farà piacere agli speculatori delle quattro ruote è che chi è riuscito a entrare in possesso di una prenotazione può già immaginare come moltiplicare il capitale investito. Di quanto? Chiedetelo a Nigel Mansell, pilota Ferrari in Formula 1 nel 1989 e nel ’90: nel contratto inserì una clausola che gli garantiva due F40, le Purosangue dell’epoca. Costavano 374 milioni di lire, ma l’asso britannico le vendette a stretto giro a 1,7 e 2 milioni di dollari. Probabilmente l’ultima Ferrari dell’era dei motori termici scatenerà un’asta al rialzo di proporzioni ciclopiche, anche perché la quota di produzione della Purosangue non supererà il 20% del totale della casa di Maranello, poco più di 2 mila pezzi all’anno