Per Rudolf Diesel, l’ingegnere tedesco padre dei motori ad accensione per compressione, sarebbe l’ennesimo duro colpo: dal 2022 anche Fiat Chrysler Automobiles, per gli amici Fca, abbandonerà i suoi propulsori. Colpa del crollo della domanda e dei crescenti costi indispensabili se si vuole rientrare davvero nei limiti di emissioni imposti dalle più recenti normative europee e statunitensi. La stessa scelta è stata compiuta da Volvo, ma c’è anche chi come la Volkswagen ha deciso di tenere duro. Ecco un botta e risposta tra il numero uno della casa tedesca Herbert Diess ed Hakan Samuelsson, Ceo del marchio svedese, costruito attraverso le loro più recenti dichiarazioni.
Il diesel è nemico dell’ambiente? La faccenda è controversa e si sono creati due partiti contrapposti…
Diess: I moderni propulsori a gasolio possono ancora svolgere un ruolo chiave per la protezione del clima. Addirittura, le auto elettriche hanno un bilancio totale di CO2 peggiore, soprattutto quando sono utilizzate sulle lunghe distanze.
Samuelsson: Il futuro è stato tracciato e parla la lingua dell’ibrido e dell’elettrico. Ma anche i più recenti motori a gasolio riducono l’inquinamento in modo significativo.
C’è chi dice che la soluzione del problema possa essere una rapida sostituzione del parco circolante. Che ne pensate?
D: È vero. L’inquinamento da ossidi di azoto è stato ridotto del 70% dal 1990, anche se il traffico è aumentato del 50%. Solo nell’ultimo anno, la situazione è migliorata del 12%, anche in città particolarmente inquinate come Stoccarda.
S: Il vero problema del motore diesel sono i costi legati all’adeguamento delle norme europee che diventano ogni anno più stringenti. Meglio trovare altre soluzioni.
Che cosa fanno, in concreto, le vostre aziende per sostenere le rispettive filosofie produttive?
D: Volkswagen lo scorso anno ha acquistato e demolito più di 210 mila veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 4 o più vecchi.
S: Volvo ha sviluppato per la Xc90 la variante T8 ibrida plug-in (ricaricabile a casa o alle colonnine) da 408 cv che – nel ciclo di omologazione – emette poco più di 49 g di CO2 per km, ha un’autonomia elettrica di 40 km e può denunciare un consumo di oltre 47 km di benzina, una valida alternativa allo stesso modello a gasolio da 235 cv che emette 149 g di CO2 al km e fa 17,5 km con un litro di gasolio.