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Gusto

Niente più vini “al sapore di tappo” grazie a un brevetto made in Italy

L’incubo dei produttori di vino ha i giorni contati: un team di ricerca dell’Università di Trento e un’azienda trentina hanno sviluppato un sistema di sanificazione del sughero

Il vino che “sa di tappo” ha i giorni contati: un team di ricerca del dipartimento di Fisica dell’Università di Trento e l’azienda trentina Brentapack, specializzata in tappi e chiusure per il settore vinicolo, hanno unito le proprie forze nella lotta al fenomeno incubo dei produttori di vino. Il frutto della ricerca, avviata nel 2013, è un brevetto made in Italy che riguarda la decontaminazione dei tappi in sughero. Grazie a questa procedura, infatti, si può ridurre il rischio che i turaccioli vengano intaccati dal Tricloroanisolo (Tca), sostanza che altera il gusto del vino.

L’IDEA. La contaminazione da Tca è un problema che costa alle cantine vinicole perdite stimate tra il 2 e il 5%, cifre che incidono significativamente in termini di grandi produzioni. L’obiettivo della ricerca di Brentapack e dell’Università di Trento è eliminare totalmente il tricloanisolo dai vini. Per l’azienda trentina Il brevetto “anti Tca” è un altro passo avanti nello sviluppo di prodotti e tecnologie avanzate per il settore enologico. Già in passato Brentapack ha brevettato una linea di turaccioli, Sughera, realizzati senza collanti e con una miscela di microagglomerato di sughero e materiali termoplastici. Questo tipo di chiusure, prodotte in Italia, permettono di eliminare agenti contaminanti dal vino

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© David Silverman/ Getty Images