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Lavoro

Tempo di crisi anche per gli orologi svizzeri: tagli a Tag Heuer e Cartier

Il marchio di Richemont taglia il personale e la produzione, il brand Lmvh riduce l’orario di lavoro ai dipendenti. E la crisi di Hong Kong fa presagire tempi ancora più duri

Puntuale come un orologio svizzero, la crisi colpisce anche i cronometri elvetici: due colossi come Tag Heuer e Cartier lanciano l’allarme sui conti.

Pur in segmenti differenti – Tag Heuer nel medio e Cartier nel lusso – entrambi i brand sono stati costretti a ridurre il personale per guadagnare ossigeno.

E’ toccato prima al marchio del luxury decretare la diminuizione dell’orario di lavoro – a tempo indeterminato – dei 230 operai delle fabbriche di Villars-sur-Glâne, un comune del Canton Friburgo. L’azienda che fa capo a Richemont risente anche della crisi di Hong Kong, dato che la città cinese pesa da sola per il 17% del fatturato.

NUOVA POLITICA. Ha seguito l’esempio Tag Heuer: il capo della divisione orologi di Lvmh ha annunciato il taglio di 46 posizioni manageriali e produttive almeno fino a fine anno. Una decisione dovuta alla strategia commerciale del gruppo che produrrà un solo movimento – e non più due – ma soprattutto si concentrerà sugli orologi tra i mille e i quattromila euro, i più venduti, lasciando da parte i prodotti di altissima gamma. Guai “cinesi” anche per Tag Heuer: rimandata l’apertura di un negozio Hublot a Hong Kong.

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