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Lavoro

Stipendi e buste paga: italiani delusi dalle aziende

Per la prima volta in quattro anni cala il giudizio complessivo dei lavoratori del nostro Paese sulle retribuzioni. Le uniche valutazioni positive arrivano da dirigenti e quadri. L’analisi dell’Osservatorio Jobpricing

Aziende bocciate sul fronte retribuzione dei dipendenti. È questo, in sintesi, il risultato che emerge dalla quinta edizione del report Salay Satisfaction dell’Osservatorio Jobpricing, realizzato in collaborazione con Infojobs. Per la prima volta negli ultimi quattro anni si registra un peggioramento del giudizio complessivo, che resta gravemente insufficiente. In base ai risultati dell’indagine, pubblicata sul quotidiano repubblica.it, solo quadri e dirigenti di azienda valutano positivamente le retribuzioni ricevute. Per i dipendenti, invece, i giudizi si capovolgono e il livello di insoddisfazione è totale per quei dipendenti che non ricevono altri elementi oltre alla retribuzione fissa.

Secondo Alessandro Fiorelli, ceo di JobPricing, sono tre gli aspetti fondamentali che si sono confermati nel tempo dal 2016 fino a oggi: “In primo luogo, la soddisfazione è bassa e il suo andamento sostanzialmente piatto; in secondo luogo, il grado di soddisfazione è fortemente correlato con la percezione di equità e con quella di meritocrazia, che però sono a livelli bassi (soprattutto la seconda) e in costante calo negli ultimi cinque anni; infine, si conferma che i soldi sono importanti, ma non sono tutto”. Su questo punto Fiorelli sottlinea come sia interessante osservare come oltre “il 70% degli intervistati sarebbe disponibile a scambiare una mensilità di stipendio fisso per qualcos’altro, prima fra tutto un investimento sullo sviluppo professionale e che le relazioni personali sul posto di lavoro sono equivalenti alla retribuzione fra i motivi di scelta di un posto di lavoro”.

Cosa porta a scegliere un lavoro o a cambiarne uno? Secondo il report, un miglioramento dello stipendio fisso è la motivazione primaria a cambiare lavoro per oltre il 65% del campione intervistato, ma le relazioni interpersonali, così come gli elementi cosiddetti intangibili di natura non monetaria, come la formazione e la possibilità di fare carriera, acquistano sempre più peso nelle valutazioni dei dipendenti.

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