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Lavoro

Con i nuovi lavori non si mangia

Dietro la “ripresa occupazionale” c’è una pletora di impieghi dagli stipendi bassissimi. E l’Italia è tra i peggiori in Europa, con gli immigrati che ricoprono quattro nuovi posti a bassa pga su cinque

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Con i nuovi lavori non si mangia. Ecco la triste verità dietro i dati sulla ripresa occupazionale in Europa e soprattutto nel nostro Paese. A certificarlo è uno studio dell’agenzia europea Eurofound. Dal 2011 al 2016, la maggior parte dei nuovi posti di lavoro creati è anche tra gli impieghi con lo stipendio più basso: -20% rispetto alla media. A perdere numericamente sono invece lavori di classe media e medio-alta: insomma, il lavoro è più povero e ci sono tanti mestieri che non garantiscono salari decorosi.

RIPRESA OCCUPAZIONALE, MA CON I NUOVI LAVORI NON SI MANGIA

Certo, pesano soprattutto i dati 2011-2013, mentre la tendenza ha subito un rallentamento negli ultimi tre anni. La ripresa occupazionale cominciata nel 2014 ha visto però il prevalere di lavori “poveri”. Anche le posizioni meglio retribuite hanno visto tornare il segno più, ma non ancora sufficiente a ritornare ai livelli del passato con l’effetto di un assottigliamento della classe media.

«Un piccolo numero di Stati mostra un degrado nel modo in cui è cambiata l’occupazione dal 2013, con la maggior parte della crescita di nuovi posti che si trova nella parte più povera della distribuzione dei salari», scrivono gli studiosi indicando Ungheria, Irlanda e Olanda, mentre proprio in Italia «dal 2011 al 2016 la crescita dell’occupazione è stata fra i lavori con paga più bassa». E a essere responsabili di questo sono i «non nativi» C’entra infatti il ruolo degli immigrati in questo impoverimento generalizzato: mentre gli italiani perdono lavori dal salario medio e medio-alto, quattro nuovi posti a bassa paga su cinque riguardano invece persone di origini non italiane.

CHI HA RIPRESO A CORRERE

«Le nazioni più popolose con aumenti significativi dell’occupazione», notano gli autori dello studio, «mostrano un chiaro percorso di miglioramento nella qualità del lavoro». In particolare si tratta di Regno Unito, Germania e Polonia, con Svezia e Portogallo non lontane.