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Lavoro

Rimandatevi a settembre

Se quest’anno è stato poco fruttuoso alla scrivania, provate a rifarvi a luglio e agosto: anche in ufficio sono i mesi migliori per ridefinire il proprio ruolo all’interno dell’azienda e riappropriarsi degli spazi fisici e mentali. Soprattutto grazie all’assenza dei colleghi

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È arrivata l’estate, anche in ufficio: pochi colleghi in giro, niente pressioni dall’alto, si lavora meglio e rimane anche il tempo per fare un primo bilancio dei mesi trascorsi. Mettiamo che questo non sia stato uno dei vostri anni migliori. Può capitare a chiunque di rimanere sotto tono e non brillare come altre volte. Forse non avete tenuto il punto, vi siete lasciati andare e altri ne hanno approfittato per superarvi, anche quelli che proprio non lo meritavano. Piccoli errori, poca attenzione al percorso di crescita. Chissà. Fatto sta che siete rimasti in ombra e avete come l’impressione che la vostra carriera sia arrivata a un punto morto. Stop, basta così. Nulla è perduto: avete tutta l’estate per dimostrare chi siete davvero, sfruttando due mesi considerati tradizionalmen­te calmi per recuperare terreno e fare il gran balzo fina­le. Non è facile, ma non esistono alternative: bisogna prepararsi adesso, o mai più, per un rientro alla grande. In settembre sarete un’altro, quello di sempre, pronto a cavalcare l’onda. E in ufficio se ne accorgeranno tutti. Bene, da dove si comincia? Primo passo: mettetevi in piedi sulla scrivania, adesso, e guardatevi attorno. Si, proprio come fa Robin Williams nel film L’attimo fug­gente. «Non è uno scherzo, ma un gesto simbolico che probabilmente solo adesso potete permettervi, quan­do in giro non c’è nessuno e pochi colleghi presteran­no attenzione a quella che sembra solo una strambe­ria», ci spiega Giampaolo Rossi, esperto di comunica­zione e leadership oltre che fondatore di Adexia, società di consulenza e formazione, «e invece ha un signifi­cato molto profondo. Per tutto l’anno i manager combat­tono guerre di trincea, dentro e fuori l’azienda, mettendo in campo tattiche sempre più raffinate ma perdendo così il pensiero strategico, la visione dall’alto, the big picture. Con l’estate i ritmi rallentano, le consegne non sono die­tro l’angolo, c’è tutto il tempo per fermarsi a riflettere: è decisamente il periodo migliore per uscire dalla routine, staccarsi dalla contingenza, lasciar perdere presentazioni e documenti, spegnere il computer e provare a vedere le cose dall’alto. Salire sulla scrivania aiuta: ne ricaverete un vantaggio competitivo impagabile rispetto a chi non ha il coraggio di farlo». Il punto è proprio questo: dopo tan­ti, troppo anni di crisi, anche i professionisti hanno preso il brutto vizio di lavorare come se non esistesse una luce fuori dal tunnel, con la schiena curva sul day to day, sen­za prospettive, procedendo per inerzia. I migliori, invece, ragionano sempre in un ottica di ri­presa e per questo sono pronti e aggressivi, i primi a scattare anche quando tutto intorno c’è calma piatta. Davvero non ci riuscite e vi sembra che il traguardo si stia solo allontanando? Sbagliato. Basta poco: anche un viaggio di mille miglia comincia con il primo passo. Fatelo ora. Chi rimane in azienda in questi mesi torri­di perché ha già fatto le ferie o aspetta la bassa stagione ha un grande privilegio: è come se vivesse in un mondo irreale, sospeso nel vuoto, più silenzioso, dove si lavora senza troppe interruzioni, niente acqua alla gola e pra­tiche che si accumulano. È il tempo di osare. Partendo dalle piccole cose. «Fate il corridoio di corsa, scegliete dalla macchinetta qualcosa che non avreste mai pen­sato di prendere, indossate un abito che rispecchi la vostra vera personalità: sono gesti minuti», continua Rossi, «ma aiutano concretamente a imboccare la stra­da del cambiamento, che è quella giusta». Non man­cano i consigli neppure per chi è già in vacanza (vedi gli approfondimenti in fondo all’articolo). Anzi, è proprio lontano da casa, pardon, dal capo che diven­ta più semplice vedere le cose con il dovuto distacco e sfruttare un contesto insolito per sviluppare una nuo­va attitudine nei confronti del lavoro, delle scelte im­portanti e della futura carriera. Premessa fondamenta­le: non portatevi il lavoro sotto l’ombrellone, sareb­be una vera distrazione. Niente controlli compulsivi della posta elettronica, bandite le telefonate ai colle­ghi per controllare che tutto vada bene – siamo fonda­mentali non insostituibili – e guai a cercare ossessiva­mente una connessione Wi-Fi. Concentratevi invece su aspetti di voi stessi che avete sacrificato durante tut­to l’anno. «Cimentatevi in attività creative che non abbiano nulla a che vedere con le vostre responsabi­lità in azienda: vi sembrerà di perdere tempo, invece è una palestra per affrontare e guidare il cambiamen­to, un ottimo allenamento per sviluppare creatività e pensiero laterale, che poi userete in ufficio per emergere dal grigiore generale, staccarvi dalla routine e dare un concreto valore aggiunto al vostro ruolo», conclu­de l’esperto. Con un’avvertenza: non c’è tempo da per­dere, gli “esami” di settembre sono dietro la porta, ab­biamo ancora la possibilità di rimetterci in pista e i più bravi, non ci sono dubbi, possono addirittura battere tutti sul finale.

APPROFONDIMENTI

COME UNA (VERA) VACANZA PUÒ SALVARVI LA CARRIERA

LE DIFFICOLTÀ IN UFFICIO SI COMBATTONO (ANCHE) A TAVOLA

TEST – BOCCIATI, PROMOSSI O RIMANDATI?Non è facile accorgersi degli errori che fino a oggi hanno messo un freno alla vostra vita lavorativa. Spesso sono atteggiamenti apparentemente innocui ma in realtà letali per la produttività. Ecco un veloce test per capire dove avete sbagliato quest’anno e come recuperare a settembre.

Rispondete sì o no a ciascuna domanda, poi leggete i risultati

1 In ufficio è lecito controllare il telefono anche mentre si sta parlando con qualcuno, potrebbe essere un’emergenza. SI – NO

2 Quando vado in riunione porto il computer, così non interrompo il lavoro. SI – NO

3 Al lavoro le persone più importanti non sono quelle della mia famiglia. SI – NO

4 Bisogna sempre imparare dagli errori, è solo il passato che forgia il presente e detta le linee per il futuro. SI – NO

5 È buona regola aspettare finché non si è certi di avere successo.SI – NO

6 A volte è necessario dire sì anche quando si vorrebbe dire no.SI – NO

I RISULTATI