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Lavoro

Malattia per le partite Iva: la rivoluzione dello Statuto dei lavoratori freelance

Arrivano anche maternità e riposi: il Jobs Act degli autonomi darà garanzie a 2,5 milioni di lavoratori senza tutele sindacali

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Lo Statuto dei lavoratori freelance. O se preferite il Jobs Act degli autonomi. Comunque vogliate chiamarlo, quello che sarà varato domani 10 maggio dal Senato è un passo decisivo nella tutela dei lavoratori a partita Iva. Si tratta di 2,5 milioni di lavoratori, spesso non iscritti ad alcun albo e senza rappresentanza sindacale, che potranno godere finalmente di maternità, malattia, riposi e altre garanzie.

I 22 articoli della legge elaborata da Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro alla Bocconi di Milano e presidente dell’Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, in collaborazione con i consiglieri economici di Palazzo Chigi, stabilisce dei principi minimi, ma in fondo rivoluzionari per tutti quei lavoratori obbligati a subire angherie e prepotenze dai committenti: non sarà possibile saldare le fatture oltre i 60 giorni; le spese deducibili per corsi di aggiornamento professionale e orientamento saranno estese a 10 mila euro; le spese per svolgere un incarico non andranno a incidere sul reddito della partita Iva; si potrà ricevere l’indennità di maternità pur continuando a lavorare, quindi addio all’astensione obbligatoria. E il congedo parentale (in cui la lavoratrice potrà concordare la sostituzione con una persona di fiducia) viene esteso dagli attuali tre a sei mesi e sarà possibile usufruirne entro i tre anni del bambino.

RIPOSI E DIRITTI PER LE PARTITE IVA

Dovranno essere inoltre inseriti nei contratti anche i tempi di riposo (il cosiddetto diritto alla disconnessione). Ma soprattutto, incredibile ma vero, i compensi e le clausole dovranno essere gli stessi dei lavoratori interni all’azienda a parità di mansioni. Stop, dunque, all’abuso di dipendenza economica che disciplina i rapporti tra le imprese che garantiva troppo potere ai committenti.

Tra le altre novità, c’è anche la garanzia per malattia o infortunio: chi svolge un’attività continuativa per un committente potrà essere garantito con una sospensione fino a cineu mesi. Chi è costretto a sospendere il suo rapporto di collaborazione per più di 60 giorni potrà interrompere il versamento dei contributi e dei premi assicurativi per un massimo di due anni.