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Lavoro

Le parole che (il manager) non ti ha detto

Spesso si riflette sulle frasi che un dirigente non dovrebbe mai pronunciare sul posto di lavoro. Ma quali, invece, dovrebbe dire più spesso?

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Quali sono le frasi che un manager dovrebbe dire più spesso? Perché troppo spesso si riflette sulle parole che un leader non dovrebbe pronunciare. Espressioni come “Sono io il capo”, “Non è colpa mia”, “Lo so, ho già pensato a tutto”, “Fallire non è un’opzione!”, “Non mi interessa se è etico o meno, se non è illegale, fallo!”, “Non darmi brutte notizie o brutte sorprese!”, “Sei fortunato ad avere un lavoro da noi” possono essere tossiche in un’organizzazione. Ma quali sono invece i discorsi che possono migliorare l’umore, stimolare la collaborazione e motivare i dipendenti?

Le frasi che un manager dovrebbe dire più spesso

Un manager spesso è la persona che deve avere le risposte, deve guidare il team senza dubbi o esitazioni. Ma è difficile per un leader trovare le parole parole adatte a ogni situazione, anche quelle più intricate. Un trucco per sapere sempre cosa dire può essere quello di porsi questa domanda: “Se io fossi nella sua situazione, cosa mi aspetterei e cosa invece non vorrei sentire?” Ecco sei esempi di frasi che un buon leader dovrebbe dire ai membri del suo team.

  • “Non preoccuparti”

Un errore grave, una scadenza non rispettata, un ritardo a una riunione importante. Un manager può infuriarsi o trasmettere tranquillità con un semplice: “non preoccuparti!”. Le persone sono spesso coscienti di aver sbagliato, non hanno bisogno di una ramanzina. Rassicurarle invece aiuta a evitare che subentri la paura. E con il timore il rischio di sbagliare ancora è più alto.

  • “Cosa abbiamo imparato?”

Errare è umano. Se il collaboratore dovesse perseverare nell’errore, allora lo step successivo sarebbe un colloquio a quattrocchi per trovare insieme cause e soluzioni. Gli errori possono diventare delle ottime opportunità per imparare e migliorare.

  • “Cosa ne pensi?”

Ascoltare le opinioni, e le obiezioni, del team è positivo per il clima di collaborazione e fa bene anche a chi dirige la squadra che non può avere una prospettiva chiara su tutti gli aspetti del lavoro. I membri del team sono delle fonti di informazione fondamentali per i processi operativi: dare importanza al loro feedback è un’abitudine di ogni buon leader.

  • “Ti sostengo!”

Condividere responsabilità ed errori con il proprio team potrebbe essere un primo passo per evitare la reazione “non sono stato io!”. La fiducia è un valore prezioso e, se percepita come tale, sarà una motivazione in più per dare il meglio.

  • “Puoi dirmi di no!”

Esatto, dire di no non è un reato. Soprattutto quando le cose da fare si accumulano e gravarsi di un ennesimo incarico può inficiare la qualità del lavoro e il rispetto delle scadenze. Ed evita la spinta ad essere accondiscendenti: un team accondiscendente a lungo termine rischia di diventare un team demotivato ed infelice.

  • “Non lo so”

Ammettere di essere umani, di non avere tutte le risposte, è un segno di sincerità e responsabilità che un buon leader può dare alla sua squadra. Improvvisare una risposta è controproducente, meglio cercare tutti insieme la soluzione migliore.

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© Pixabay/Goumbik